
Dimitri Nabokov col padre Vladimir
Monza, 17 marzo 2019 - Corridore automobilistico. Letterato. Traduttore, dell’opera paterna soprattutto. Appassionato di alpinismo. Cantante lirico professionista. Spirito inquieto.
Alto quasi due metri, una somiglianza fisica impressionante col padre che si fece più accentuata col trascorrere degli anni, Dmitri Nabokov - figlio del celebre Vladimir, l’autore di opere come Lolita - intrecciò la sua incredibile vita con Monza.
Nel 1966 venne a vivere per qualche tempo in una elegante dimora nella zona Musicisti: qui volle prendere casa quando decise di studiare in maniera più approfondita canto e perfezionare le sue indiscutibili doti da basso grazie alle quali nel 1961 aveva debuttato, a Firenze, in una Bohème al fianco del pure lui giovanissimo Luciano Pavarotti.
Un esordio che però non doveva averlo soddisfatto appieno, tanto è vero che poco dopo si era dato a un’altra sua grande passione, i motori. Lo troviamo cosi fra il 1962 e il 1965 a correre sui circuiti di mezza Europa. Incidenti compresi. Come quello patito a Monza nel 1965, quando volò alla Variante in Autodromo riportando per sua fortuna solo ferite superficiali. O come quando alla Bolzano Bondone uscì vivo quasi per miracolo dalla carcassa in fiamme della sua auto Gran Turismo, con cui si era capottato finendo in una scarpata 30 metri più sotto.
È appunto in seguito anche a queste turbolente esperienze che Dmitri Nabokov decide di riprovarci col canto e con la lirica. Per perfezionare le lacune che aveva la sua preparazione, sceglie dunque Monza. E due maestri e consiglieri di prim’ordine, il baritono Carlo Tagliabue e il tenore Giuseppe Campora, che proprio a Monza avevano casa.
“Monza è l’ambiente adatto per studiare, con tutto questo verde, questa tranquillità” spiegò un giorno lui ai cronisti che erano riusciti a trovarlo.
E a scavare nella sua biografia
Nato il 10 maggio 1934 a Berlino in fuga dalla Russia (la sua famiglia apparteneva ai Russi Bianchi) dove si era instaurato il Comunismo, suo padre lo aveva portato con sé a Parigi nel 1937, per evitare le persecuzioni naziste. E in seguito, per le stesse ragioni, la sua famiglia si era trasferita a New York. Cresciuto nell’area di Boston, dopo essersi laureato ad Harvard aveva studiato canto alla prestigiosa Longy School of Music of Bard College di Cambridge, nel Massachusetts, ed era venuto per la prima volta a esibirsi in Italia, dove aveva vinto il Reggio Emilia International Opera Competition interpretando il ruolo di Colline in La Bohème. Al fianco del debuttante Luciano Pavarotti.
Dopo la laurea ad Harvard occorre rammentare che aveva cominciato subito anche la sua carriera da traduttore, che lo vide per tutta la vita dedicarsi soprattutto all’opera omnia del celebre genitore, autore del controverso Lolita ma anche di poesie, saggi e altri romanzi.
In mezzo, appunto, le due vite da sportivo - pilota (e alpinista) - e baritono. Non sappiamo quanto rimase a Monza, ma nei suoi ultimi anni di vita di certo si alternò fra Palm Beach in Florida, negli Stati Uniti, e Montreaux in Svizzera.
Dove morì nel 2012 per un’infezione polmonare. All’età di 77 anni. Come suo padre.
UN ANEDDOTO
Un clamoroso furto. Ne fu vittima Nabokov nel 1968 mentre si trovava a Milano a cena con un impresario teatrale proprio per discutere di un concerto. Nabokov, che aveva sempre amato le auto veloci, aveva parcheggiato la sua Gran Sport nei dintorni di via Montenapoleone. Quando andò a riprenderla, scopri però che era stata scassinata: e non trovò più la propria borsa in pelle. Contenuto prezioso? Non proprio, visto che dentro c’erano solo gli spartiti della Gioconda, della Messa da Requiem e di numerose romanze per voce di basso. Il ladro però il giorno dopo, evidentemente resosi conto che il contenuto della borsa non aveva alcun valore commerciale, abbandonò il tutto a Milano. Tranne un paio di occhiali. La refurtiva venne ritrovata, ironia della sorte, trattandosi di musica lirica, da un uomo che si chiama Francesco... Trovatore.