Monza, 19 marzo 2016 - I soldi non ci sono, e il via libera da Roma all’ultima modifica della convenzione fra Cal e Autostrada Pedemontana lombarda non è ancora arrivato: è fermo al ministero dalla scorsa estate. È quanto è emerso dall’incontro di giovedì fra i tecnici di Pedemontana e la commissione Trasporti del Consiglio regionale, che conferma come l’opera ormai sia arrivata a una fase di stallo.
Di contro, Maroni tira dritto. Nei giorni scorsi ha consegnato al ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio il piano aggiornato delle opere prioritarie per la Lombardia, nel quale spicca proprio l’autostrada arrivata in Brianza, dove si è fermata. Diverse le richieste al Governo nel dossier del governatore lombardo. Si chiede anzitutto di "procedere quanto prima all’approvazione del secondo atto aggiuntivo alla Convenzione Unica CAL/APL tramite decreto interministeriale, creando così i presupposti per la bancabilità delle tratte mancanti". Il dossier chiede poi di "prevedere una più ampia rivisitazione della normativa vigente con specifica disciplina in tema di pedaggiamento mediante free flow e di individuazione di un sistema efficace e tempestivo di riscossione coattiva degli importi relativi al mancato pagamento del pedaggio, delle relative sanzioni e degli oneri di accertamento". Infine si batte cassa: occorre infatti "fare in modo che la Pedemontana, nell’ambito del Piano Juncker, possa accedere a prestiti bancari con tassi contenuti e permettendo così di giungere al closing finanziario senza ulteriori ed eccessivi oneri economici".
Polemici i 5 Stelle, che chiedono a Maroni di prendere atto della fine del progetto. "Il passaggio in Commissione dei tecnici di Pedemontana ha portato la conferma che la situazione è ferma ormai da un anno - dice il consigliere Gianmarco Corbetta -. Da Roma doveva arrivare entro il 20 luglio dello scorso anno il nulla osta definitivo alla revisione del piano economico che prevede la defiscalizzazione ma ancora oggi al ministero delle Infrastrutture nulla si è mosso, forse sono in attesa che gli accertamenti dell’Anac di Cantone giungano a conclusione. L’unica certezza è che le richieste di Maroni al Governo sono rimaste lettera morta per un anno intero. Noi lo diciamo da sempre: i soldi per andare avanti - fortunatamente - non ci sono e bisogna pensare ad una exit strategy che sia la meno indolore possibile per il territorio brianzolo. Attendiamo che lo capiscano anche gli altri".