ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Più disoccupati e più precari. In tre mesi 570 posti in meno. Penalizzati giovani e donne

La crescita delle assunzioni nei servizi non compensa la perdita nel settore industriale. Preoccupa la qualità dei nuovi contratti: solo nel 34% dei casi gli ingressi saranno stabili.

La crescita delle assunzioni nei servizi non compensa la perdita nel settore industriale. Preoccupa la qualità dei nuovi contratti: solo nel 34% dei casi gli ingressi saranno stabili.

La crescita delle assunzioni nei servizi non compensa la perdita nel settore industriale. Preoccupa la qualità dei nuovi contratti: solo nel 34% dei casi gli ingressi saranno stabili.

Giovani sempre più poveri e precari. Senza un reddito che permetta loro di coprire le spese di una casa, con occupazioni di fortuna, sono le principali vittime del disagio sociale, e stanno aumentando.

Lo scenario di oggi del mercato del lavoro di Monza e Brianza desta più di una preoccupazione, con un crescente numero di lavoratori a rischio nel settore industriale e l’aumento del precariato e del lavoro povero che interessa, con i giovani, soprattutto le donne. Dati alla mano, si registra in Provincia una flebile crescita del Pil (+0,2% nel 2024) che però non corrisponde a un aumento dell’occupazione, che, anzi, l’anno scorso è stata in lieve calo e continua su questo trend. Una situazione che vive soprattutto le difficoltà di alcuni comparti dell’industria, in particolare il metalmeccanico. A Monza e Brianza il tasso di occupazione nel 2023 era del 54,4%, sceso al 53,8% nel 2024 (-0,5%). Quella maschile ha vissuto un lieve rialzo dal 59,3% al 59,5%, mentre in calo è stata quella femminile, che dal 49,7% è scesa al 48,4%. Esaminando i dati del Sistema informativo Excelsior (realizzato da Unioncamere in accordo con il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) nel marzo di quest’anno gli andamenti vengono confermati.

Le nuove assunzioni previste in questo mese a Monza e Brianza sono 5.420, circa 120 in meno rispetto a marzo 2024. La previsione del trimestre marzo-maggio 2025 vedrà circa 570 posti in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. A pagare lo scotto è l’industria: qui le nuove assunzioni saranno 1.670, 250 in meno rispetto al marzo ’24, che arrivano a un -640 se si guarda al trimestre. Crescerà invece di 130 unità il personale nei servizi, attestandosi questo mese a 3.750 assunzioni.

A preoccupare è la qualità dei nuovi contratti. Solo nel 34% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 66% saranno contratti a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Di contro, in 55 casi su 100, le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. "In questo momento nel nostro territorio viviamo dati di ingresso al lavoro in rallentamento – afferma preoccupato Mirco Scaccabarozzi, segretario generale di Cisl Monza Brianza Lecco – ma anche quando l’occupazione sale, questa non corrisponde a un valore aggiunto nella crescita del Pil. Significa che quello che prima si faceva in 10, ora magari lo si fa in 20, ma senza valore aggiunto, con l’aumento del lavoro povero".

"Il lavoro precario è quasi al 70% – continua il sindacalista – e c’è un preoccupante skill mismatch, vale a dire la mancata corrispondenza tra le competenze richieste dalle aziende e quelle in possesso da parte dei candidati, arrivata in Brianza a circa il 40% dei casi. Bisogna puntare moltissimo sul sistema di formazione, potenziando gli Its e le Academy per formazione terziaria. Chi intraprende questi percorsi specializzanti supera un tasso di occupabilità del 90%".

"Sull’industria poi – conclude il sindacalista – occorre un investimento serio da parte dell’esecutivo. Dopo l’agenda del 4.0 non sono più stati fatti investimenti per implementare le aziende ad alto valore aggiunto, innanzitutto quelle del digitale".

Analoga preoccupazione arriva dal segretario generale di Cgil Monza e Brianza Walter Palvarini, espressa durante il corteo per il lavoro di sabato scorso per le vie di Monza.

"In Brianza la crisi industriale è una realtà da almeno due anni – afferma Palvarini –, aumentano precarietà, cassa integrazione, infortuni gravi e il lavoro povero, soprattutto tra donne e giovani. Le donne sono spesso costrette ad accettare part-time involontari".

"E i salari – conclude Palvarini – sono troppo bassi: andrebbero aumentati anche per sostenere il mercato interno in questo momento di difficoltà internazionale".