Nel “far west” delle app prolifica l’emergenza taxi a Monza e dall’amministrazione comunale comunicano che poco si può fare se non interviene il Governo. Da tempo, anche per la denuncia dei consiglieri di Civicamente Paolo Piffer e del Gruppo Misto Martina Sassoli, è emerso come in città, soprattutto in determinati orari e giorni, sia difficile trovare un taxi disponibile. In particolare la sera dopo le 20, ma non solo. Anche i tassisti convenzionati con il Comune sono consapevoli del problema, avendolo già fatto presente in più colloqui con l’amministrazione. Ma "deregulation e normativa obsoleta non consentono ai Comuni di organizzare il servizio", puntualizza l’assessore al Commercio di Monza, Carlo Abbà. Concetto che ha ben espresso durante la seduta congiunta svolta nei giorni scorsi tra la Commissione consiliare politiche del territorio e quella per il bilancio e attività produttive, appositamente dedicata al tema licenze taxi in città. Rispetto al dibattito delle ultime settimane, che ha visto da un lato le richieste di più licenze per taxi a Monza e dall’altro quella dei tassisti di aumentare le tariffe, l’assessore Abbà ha descritto la complessa situazione che vivono città come Monza.
"L’avvento delle app di prenotazione ha di fatto modificato il mercato – puntualizza l’assessore –, senza la disponibilità di una norma legislativa di riferimento aggiornata. Questo ha deregolamentato il sistema, che oggi è sostanzialmente un “far west” per tutti: sia per gli operatori sia per i clienti. Fino ad alcuni anni fa le cooperative dei tassisti sono riuscite ad assicurare il rispetto delle regole e dei turni di servizio, ma ora è più complesso".
"Auspichiamo al più presto un intervento del legislatore che rimetta ordine in un mercato così importante – conclude –, poiché l’unica alternativa attuale per migliorare il servizio potrebbe essere quella di aderire alla conurbazione con Milano, che abbiamo iniziato a valutare, con tutti i benefici e le criticità che però ciò potrebbe comportare". Anche aumentare il numero di licenze ad oggi è parecchio difficile. La soglia al momento viene stabilita in senso verticale dallo Stato, per poi discendere a Regione e Provincia, la quale assegna i numeri di licenze precisi ai singoli Comuni. Questi ultimi, dopo procedura di gara, le conferiscono ai singoli tassisti, senza scadenze temporali. È vero però che con la legge Bersani i Comuni hanno acquisito la facoltà di emettere nuove licenze a titolo oneroso, ma solamente in caso di necessità, previa una consistente motivazione ed argomentazione. Un successivo step normativo è stato introdotto dal ministro Adolfo Urso per consentire ai Comuni di aumentare fino al 20% le licenze esistenti, ma solo per le città metropolitane o sedi di aeroporto. Di fatto, dunque, in Comuni come Monza nuove licenze non si possono emettere in autonomia decisionale. In città se ne contano 24, mentre sono 37 per il resto della provincia. Anche vicini centri dalle dimensioni analoghe al capoluogo brianzolo, come Bergamo, non se la passano molto bene. Qui le licenze attive sono 40, ma a qualche chilometro c’è un aeroporto internazionale dove transitano milioni di passeggeri.