Un desiderio per Natale: ricevere un sì alla richiesta di poter avere sul territorio un presidio della polizia ferroviaria. Il sindaco Alberto Rossi a oggi, malgrado i positivi riscontri iniziali, non ha più ricevuto neanche segnali favorevoli. A fare decollare l’idea di un presidio Polfer in stazione erano state due valutazioni. La prima, relativa alla sicurezza in città. "La stazione è una delle nostre porte di accesso – ha sempre evidenziato Rossi – da lì ogni giorno transitano 14mila pendolari". La stazione, oltretutto, a lungo è stata una zona da presidiare, soprattutto negli orari serali. Il Comune è corso ai ripari in più occasioni con il pattugliamento della polizia locale. A testimoniare l’importanza attribuita all’area della stazione ci pensano anche i lavori pubblici: un intervento da 8,7 milioni di euro, di cui 7,5 milioni a carico di Rfi (Reti ferroviarie italiane) per migliorare l’accessibilità. L’intuizione per cercare di portare la Polfer in città risale ai tempi in cui si parlava della perdita, poi effettivamente avvenuta, dello storico presidio della Polstrada, trasferita a Monza nel gennaio 2020 con l’istituzione della Questura. Il sindaco aveva a lungo provato a trattare per conservare la presenza degli agenti, poi di fronte all’evidenza aveva rilanciato: "Se ci portate via la Polstrada, chiediamo la Polfer. Mettiamo a disposizione gratis la sede al primo piano della stazione, circa 400 metri quadrati". L’idea era piaciuta a tutti, anche al ministero dell’Interno e ai sindacati. A oggi, però, nessuna traccia degli agenti.
Gualfrido Galimberti