
Pronto soccorso del Policlinico di Monza
Monza, 8 ottobre 2022 - Il pronto soccorso del Policlinico di Monza, in via Gallarana, è come un fortino. Piccolo, eppure sempre molto animato, un presidio nel quale si contano 60 accessi al giorno, una forte specializzazione nei grandi anziani e nelle patologie cardiache, e dove si garantiscono almeno un medico per turno h24… ma dove si ha a che fare con i problemi di una grande struttura: comprese le aggressioni, sia verbali sia fisiche, a medici e infermieri. "Qualche anno fa - ricorda Michele Pizzuto, capo sala, o coordinatore infermieristico - mi presi una testata, ma con il sollievo di sapere che avrebbe potuta andare peggio: il paziente era armato, sotto effetto di sostanze stupefacenti e devastò il pronto soccorso".
C’è molto da lavorare, al Pronto soccorso del Policlinico. Ne sa qualcosa Elvira Franza, primario. "Sono fra i pochi medici di emergenza che ancora si possono trovare in un pronto soccorso: ormai quasi nessuno vuole fare questa specialità, lo testimonia il fatto che le borse di studio offerte vanno pressoché deserte. È un lavoro di grande responsabilità, e fatica: non ci sono orari, non ci sono feste, non ci sono giorni come Natale o Capodanno che tengano. Qualcuno deve essere sempre in servizio". Al Policlinico si parla di una quindicina di infermieri, oltre al personale Ata. Ora arriva "una rivoluzione. La Regione Lombardia ha previsto, per ovviare al problema delle attese, un sistema che dovrebbe cambiare tutto".
A partire appunto dal triage, dove l’infermiere di turno potrà indirizzare direttamente il paziente al medico specialista e agli esami specialistici necessari. E potrà di fatto, oltre che fare una prima visita al paziente, in casi superselezionati e protocollati, dimetterlo lui stesso. Tagliando enormemente sui tempi: "Siamo fiduciosi, ci aspettiamo un miglioramento nei tempi di attesa per molti pazienti e anche per il lavoro di noi medici". La rivoluzione era già immaginata nel 2019 ma che, per via della pandemia, è stata procrastinata. Ma ora è pronta a partire. "Si sta già lavorando sulla formazione, l’obiettivo è di rendere pronti gli infermieri: il nostro team è pronto a iniziare nei primi mesi del 2023".
Cambierà tutto. "Solo al Policlinico abbiamo a che fare con un’80 per cento circa di codici minori. Con il nuovo sistema, dai colori si passerà ai codici numerici: dall’1, il più grave, in avanti. Chi fa il triage seguirà algoritmi e protocolli specifici che aiuteranno a smistare i pazienti". "Anche se ovviamente - precisa il capo sala - il fattore umano e l’esperienza, il buon senso, continueranno ad avere il loro peso specifico nelle decisioni". I pronto soccorso sono spesso dipinti come una terra di nessuno, a cui accedono migliaia di pazienti senza una vera necessità, che vanno a intasare le liste di attesa, mentre gli animi si esasperano. "Noi non mandiamo mai via nessuno – spiega Elvira Franza -, è vero che spesso basterebbe rivolgersi al proprio medico di base per avere una risposta, ma il paziente va rispettato sempre. I percorsi rapidi, i cosiddetti Fast Track, aiuteranno a indirizzare". Gli utenti non sempre han no la pazienza necessaria. E a colte aggrediscono.
"È un problema a noi ben noto ma sottostimato, bisognerebbe sempre denunciare, anche il Ministero se ne è reso conto e ha attivato dei protocolli: come il ricorso a psicologi per assistere il personale medico sottoposto a questo stress". "Solo al Policlinico contiamo 3 o 4 episodi al mese - fa i conti Pizzuto -, ad agosto, che è stato un mese anomalo (tanti accessi, tanto caldo, ndr ) ne abbiamo avuti addirittura 15". "Abbiamo un pronto soccorso in cui ci aiutiamo tutti, il nuovo modello rappresenta un’opportunità - precisa ancora Elvira Franza - Durante l’emergenza Covid abbiamo avuto la percezione di lavorare solo per la vera utenza che dovrebbe avere un pronto soccorso, ma sono sempre dell’idea che chi arriva da noi non è un utente improprio al 100 per 100, mai, e noi dobbiamo ascoltarlo e carcare di fornire una risposta: i medici di base sul territorio sono anche loro sempre meno, siamo tutti sulla stessa barca. Anche i pazienti in pronto soccorso avranno modo di venire formati su quello che sta succedendo. L’aggressione l’insulto e la minaccia non devono essere la normalità, in via Gallarana abbiamo una guardiania on demand che attiviamo quando ci attendiamo una situazione critica e le telecamere".
Poi sospira: "Abbiamo bisogno anche noi di un riscontro, ci mettiamo l’anima in questo lavoro". "L’altro giorno - confida il coordinatore infermieristico - un paziente, costretto ad attendere per tante ore, alla fine ci ha ringraziati dicendo: ‘siate dei bravi ragazzi’. Ci ha fatto venire la pelle d’oca, per noi è ossigeno".