Università Bicocca di Monza, polo di ricerca e insegnamento di eccellenza. Ieri la visita dell’assessore regionale all’università e ricerca scientifica, Alessandro Fermi, ai laboratori di spettrometria di massa, al laboratorio Joint Lab Intercos NanoCosPha, dove si sviluppano i nuovi cosmetici più tollerabili dall’ambiente. E ancora, il centro di microscopia elettronica e poi lo stabulario, dove tecnici e ricercatori in tuta bianca studiano dal vivo, con Tac, tomografi e risonanza magnetica a 7 tesla, riducendo così l’uso di cavie animali. Il prossimo obiettivo anticipato dall’assessore, sarà mettere a disposizione delle piccole e medie imprese del territorio investimenti, tecnologie e laboratori. Ultimo nato tra i progetti di Milano Bicocca, con i medici del San Gerardo e la Fondazione Corti, un “avamposto“ della Bicocca al Lacor Hospital, in Uganda, per offrire a studenti e specializzandi il tirocinio formativo. I medici del dipartimento di medicina e chirurgia di Milano Bicocca Bridge che lavorano al San Gerardo in questi mesi sono andati più volte in Uganda per trasmettere le loro competenze alla prossima generazione di professionisti e sanitari. Portano con sé anche alcuni studenti. L’ultima generazione di futuri medici formati da 25 anni alla Bicocca di Monza. L’ateneo aprì il 10 giugno del 1999 con la facoltà di Medicina e Chirurgia con sede nell’ edificio U8.
All’epoca la Facoltà era composta da 45 docenti, 30 ricercatori e 6 tecnici. All’ospedale San Gerardo, 13 divisioni su 40 sono guidate da direttori universitari. Sono attive due scuole di specializzazione (Ostetricia e Ginecologia e Ortopedia e Traumatologia). Il 23 settembre il Consiglio di Facoltà propone l’istituzione di quattro dipartimenti: Neuroscienze e Tecnologie Biomediche, Medicina Sperimentale, Ambientale e Biotecnologie Medicina Clinica, Prevenzione e Biotecnologie Applicate, Scienze Chirurgiche e Terapia Intensiva, nell’edificio U8 alle spalle del San Gerardo. Nel 2007 viene aperto all’interno del campus biomedico di Monza un nuovo edificio dedicato alla didattica, denominato U18 e a novembre 2015, viene inaugurato un nuovo edificio dedicato alla ricerca, denominato U28. Ma è dall’anno scorso che il Dipartimento di Medicina e Chirurgia viene selezionato come “dipartimento di eccellenza“ dal ministero dell’Università e Ricerca con il progetto Impact Medicine, imperniato su tre assi portanti: clinico- assistenziale, di ricerca traslazionale e di didattica innovativa. Impact Medicine è il progetto per il quinquennio 2023-2027 e vuole concretizzare il processo di crescita, convergendo le sue attività nel Centro studi dipartimentale di Medicina Digitale.
Obiettivo: l’applicazione delle tecnologie di avanguardia collegate alla patologia digitale e all’imaging molecolare (radiomica) per dare risposte ai problemi dei pazienti. La gestione dei dati di statistica biomedica e bioinformatica diventa il cuore pulsante del progetto Impact Medicine e del Centro studi dipartimentale di Medicina Digitale. Lavorano fianco a fianco statistici medici con ampia esperienza nella collaborazione con clinici, ricercatori di base, biologi e farmacologi per la pianificazione, conduzione ed analisi di studi preclinici e clinici. Si utilizzano soluzioni innovative che integrano approcci statistici e tecniche di intelligenza artificiale per l’analisi di dati clinici, esami istopatologici e radiologia di immagine.
Cristina Bertolini