
L'ex comandante della polizia stradale Gabriele Fersini
Seregno (Monza e Brianza), 6 gennaio 2021 - Tornano in libertà l’ex comandante della polizia stradale di Seregno Gabriele Fersini e gli imprenditori accusati di averlo corrotto con le sponsorizzazioni alla società sportiva del figlio pilota di go kart per evitare controlli e sanzioni ai loro mezzi di lavoro. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Milano, che ha annullato, per assenza dei gravi indizi di colpevolezza, le misure cautelari degli arresti domiciliari chieste dalla Procura di Monza e disposte dal Tribunale monzese per i seregnesi Emilio Giussani titolare di un’impresa di scavi (difeso dall’avvocato Alessandro D’Addea), Ivano Santambrogio a capo di una società di smaltimento di rifiuti (difeso dall’avvocato Perla Sciretti) e dell’obbligo di firma per l’imprenditore edile Salvatore Rombolà (difeso dall’avvocato Massimiliano Redaelli).
Una clamorosa decisione che ha poi spinto il difensore di Gabriele Fersini, l’avvocato Massimo Bordon, a chiedere ed ottenere dalla gip Pierangela Renda firmataria dell’ordinanza di custodia cautelare, la revoca degli arresti domiciliari anche per l’ex comandante della stradale seregnese. Le motivazioni del Tribunale del Riesame non sono ancora note e le attendono i pm Salvatore Bellomo e Michela Versini per decidere se ricorrere in appello. Si attende di capire cosa non abbia convinto i giudici della libertà milanesi della tesi accusatoria, accolta dalla gip, secondo cui il supposto trattamento "di favore" nei confronti degli imprenditori "sponsor del figlio" era prerogativa "non solo esclusiva" del comandante della polizia stradale di Seregno, ma "oggetto di una direttiva quasi impartita all’ufficio, all’interno del quale era a tutti ben nota".
E’ da una conversazione tra Giussani e Santambrogio intercettata nel 2017, quando Giussani è stato indagato per corruzione nell’urbanistica al Comune di Seregno, che è emerso questo filone dell’inchiesta. "Comunque poi per l’anno prossimo il comandante lì se ha bisogno due o tre, questo qua è già uno", dice Santambrogio e Giussani risponde: "ma glieli troviamo no...". E ancora Santambrogio: "Ieri hanno fermato il mio trasportatore... e lui gli fa “va che io però sono a Seregno a lavorare per la Ecosan“... bon bon allora può andare gli ha chiuso su tutto e l’hanno mandato via" e Giussani: "Comunque gli deve aver fatto un lavaggio del cervello di non toccarci...". Tra gli ‘sponsor’ del figlio di Fersini pilota di go kart anche l’imprenditore edile Salvatore Rombolà. Quando viene a sapere da Santambrogio che Fersini li ha invitati a cena per procedere con i versamenti pro carriera agonistica del ragazzo, Rombolà dice: "Eh, se andate voi, vengo anch’io, perchè tanto i soldi glieli devo dare, tanto vale...".
Nel 2017 le sponsorizzazioni vengono fatte in contanti, poi dal 2018 con bonifici su un conto corrente svizzero aperto da Fersini a nome del figlio anche se è ancora minorenne. Dalle chiaccherate tra gli imprenditori emerge che anche altri agenti in servizio alla polizia stradale di Seregno prendevano soldi o regali. "Questa qua è gente che si accontentava dei 50 dei 100 euro all’anno nè...", dice Giussani. E Santambrogio riferendosi a Rombolà: "A me più di una volta mi ha detto io compro le bottiglie, le bottiglie di champagne ma quelle che costan poco, che quando vado con una bottiglia a testa li compro tutti". Una presunta condizione di corruttibilità che gli imprenditori riferiscono anche allo stesso Fersini. "Comunque ieri sera hai fatto bene a dirgli: i tuoi si vendono per una bottiglia - dice Santambrogio a Giussani - Perchè è vero nè... si vendono non per cento euro ma per una bottiglia".
Per la gip Pierangela Renda le indagini hanno portato alla luce "una condizione di pesante e diffusa commistione tra interessi privati e pubblici all’interno del distaccamento di polizia stradale di Seregno tanto a livello apicale quanto a livello sottostante... I fatti sono significativi di una vicendevole inclinazione all’accordo corruttivo in spregio, per un verso, dei doveri gravanti sulla persona del pubblico ufficiale e, per altro verso, del principio di libertà di impresa di cui ciascun imprenditore dovrebbe essere portatore lungi dal compromesso con la pubblica amministrazione e con i suoi rappresentanti".