
Emergenza sovraffollamento, la Uilpa Penitenziari chiede un incontro urgente "Se non si interviene la situazione è a rischio, mancano 40 agenti: è pericoloso".
Sovraffollamento, aggressioni, eventi critici. La situazione alla casa circondariale di Monza è “calda”. E il sindacato (Uilpa Polizia penitenziaria) alza la voce chiedendo un incontro urgente.
E fa il punto della situazione. A partire da un carcere che dovrebbe ospitare 403 detenuti e invece oggi ne ha quasi il doppio, 740. In una situazione in cui oltre che sotto stress per le condizioni spesso invivibili, gli agenti (270, ne mancano almeno 40) si trovano ad avere a che fare con detenuti con problemi psichiatrici.
Esempi? "I recenti fatti che hanno visto la seconda sezione come scenario: dopo una perquisizione straordinaria, un detenuto si è distinto per aggressività, minacce, distruzione di beni dell’amministrazione oltraggio". Con l’agente di custodia che "è stata oggetto e destinataria di attacchi e insulti da parte dello stesso detenuto, che non ancora soddisfatto nei giorni a seguire è diventato attore di una sceneggiata intentando una sorta di protesta salendo sui tetti della struttura". Scenari cui non si assisteva – fa notare la Uilpa – dai tempi del Covid, in cui si erano vissute proteste simili. Il detenuto salito sui tetti è stato poi trasferito "nel reparto isolamento, dove ancora una volta ha continuato a tenerein subbuglio una intera struttura". Ancora qualche giorno più tardi "nella X unità operativa un collega è dovuto ricorrere a cure mediche, in quanto ha riportato delle lesioni".
Il presidente regionale Uilpa-Polizia Penitenziaria, Domenico Benemia, ripercorre le criticità. "Non possiamo non esimerci dal segnalare come la gestione di turni di servizio sia carente di una logica, si vedono sbilanciamenti di personale eccessivi, troppi la mattina, pochissimi nel pomeriggio, una via di mezzo la notte. E già da questo primo approccio si intuisce come sia difficile organizzare una copertura omogenea". In particolar modo "nella V unità operativa che ospita soggetti sottoposti a sorveglianza speciale e i detenuti trasferiti a Monza per il servizio di osservazione psichiatrica. Appare superfluo sottolineare come una gestione di questo genere si presti a una esposizione del rischio dell’incolumità degli operatori: siamo stati informati infatti che proprio in questi giorni, un detenuto pare sia stato fatto uscire dalla sua camera e, una volta fuori, si è scagliato contro il personale".
"A tutto ciò fa da cornice l’elevato numero di detenuti, siamo arrivati oramai al limite della capienza massima, ponendo un serio problema su come gestire i pochi posti letto rimasti". È necessario un intervento da parte dell’Amministrazione penitenziaria, fa notare Benemia, "per poter diminuire il numero dei detenuti attualmente presenti nella sede monzese, che conta la cifra di circa 740 Ristretti, rendendo la situazione pressoché asfittica e invivibile per i detenuti e di riflesso le condizioni di lavoro proibitive per tutto il personale operante".
"La condotta del personale di Monza - conclude - è sempre stata esemplare e altamente professionale, ma non possiamo disconoscere che allo stato attuale la situazione generale non sia tra le migliori. Anzi registriamo che il livello di disagio e lo stato di frustrazione serpeggi tra il personale, mai come adesso si inizia a vedere il limite di sopportazione arrivato oramai a livelli indicibili: è necessario adottare provvedimenti urgenti per diminuire il numero di detenuti nella struttura monzese e contenere il trasferimento di detenuti considerati difficili da altri Istituti".