
Il sindaco di Seregno, Alberto Rossi
Seregno (Monza Brianza), 17 marzo 2025 – Si è aperto oggi al Tribunale di Monza il processo per la presunta fusione sospetta fra AEB e A2A e le difese ripresentano le stesse eccezioni, bocciate in udienza preliminare, per spostare il dibattimento al Tribunale di Milano e contro le costituzioni di parte civile. Alla sbarra davanti alla giudice monzese Valentina Schivo per turbativa d'asta il sindaco di Seregno Alberto Rossi, l'assessore alle partecipate del Comune di Seregno Giuseppe Borgonovo, il segretario generale del Comune di Seregno Alfredo Ricciardi (unico presente tra gli imputati in aula), l'ex presidente del consiglio di amministrazione di AEB spa Loredana Bracchitta, l'allora presidente di A2A Giovanni Valotti e Pierluigi Troncatti, quale partner di Roland Berger srl.
Secondo i pm monzesi Salvatore Bellomo e Stefania Di Tullio l'aggregazione (ma i fatti contestati galoppano verso il colpo di spugna della prescrizione perché risalgono al 2019 e 2020) sarebbe stata realizzata "al solo fine di favorire la società A2A" con un danno complessivo per AEB "non inferiore a 60 milioni di euro" e con "l'omessa valorizzazione di un premio di maggioranza a favore di AEB non inferiore a 5,7 milioni di euro".
Al processo si sono costituiti parti civili il Comune di Seregno, che di fatto procede contro se stesso chiedendo un risarcimento dei danni all'amministrazione comunale di cui il primo cittadino è anche imputato e anche gli altri Comuni soci della multiutility dei servizi municipali, Limbiate, Varedo e Bovisio Masciago, il Gruppo Servizi Desio e i consiglieri comunali lissonesi Antonio Erba, Marino Nava e Daniele Fossati. Il Comune di Lissone non si è costituito parte civile ma ha inviato una diffida al risarcimento dei danni per cui, secondo la difesa degli imputati, non sarebbe più giustificata la loro presenza. La giudice si pronuncerà a maggio.