STEFANIA TOTARO
STEFANIA TOTARO
Cronaca

Bancarotta fraudolenta: prescritte le accuse per l’ex assessore regionale Massimo Ponzoni

Nello stesso procedimento, invece, è stata assolta la ex moglie Anna Maria Cocozza. I fatti contestati risalivano al 2014

L'ex assessore regionale Massimo Ponzoni in Tribunale nel corso di una vecchia udienza (Archivio)

L'ex assessore regionale Massimo Ponzoni in Tribunale nel corso di una vecchia udienza (Archivio)

Desio (Monza Brianza), 19 marzo 2025 - Il Tribunale di Monza ha dichiarato la prescrizione del reato di bancarotta fraudolenta per l'ex assessore regionale lombardo e coordinatore provinciale del Pdl in Brianza Massimo Ponzoni e l'assoluzione per la ex moglie Anna Maria Cocozza.

Il processo era stato celebrato a 15 anni dalle indagini che avevano visto al centro Ponzoni, condannato con sentenza definitiva nel 2018 a 5 anni e 10 mesi di reclusione per corruzione sull'urbanistica al Comune di Desio e bancarotta fraudolenta per il fallimento delle sue società immobiliari, pena ormai interamente scontata dopo il carcere con l'affidamento ai lavori di pubblica utilità.

Nel ricorso per Cassazione i giudici avevano dichiarato nullo il decreto di giudizio immediato e quindi la sentenza del Tribunale di Monza in merito rispettivamente al fallimento delle immobiliari Piermarini e Pellicano, rimandando gli atti alla Procura monzese.

I fatti relativi alla Pellicano sono già stati dichiarati prescritti e ora la stessa sentenza è arrivata per la Piermarini, fallita nel 2014, su richiesta dello stesso pm Michele Trianni.

L’ex moglie

Il rappresentante della pubblica accusa aveva invece chiesto la condanna a 4 anni di reclusione per la ex moglie di Ponzoni, Anna Maria Cocozza, imputata per il fallimento della società Europa case, avvenuto in tempi successivi ma sempre in cammino verso la prescrizione.

"Gestivo io di fatto la società di cui mia moglie era amministratrice, mia figlia faceva solo la segretaria", è venuto in aula a dire il papà ottantenne dell'imputata per scagionarla, con il rischio di trasformarsi da testimone a coindagato, anche se di fatti ormai prescritti. Una ricostruzione a cui non ha creduto invece il pm, chiedendo la condanna della Cocozza. Invece i giudici hanno deciso di assolvere l'imputata, difesa dall'avvocato Giancarlo Cozzi, per non avere commesso il fatto.