STEFANIA TOTARO
STEFANIA TOTARO
Cronaca

Infezione “mangia ossa” dopo l'iniezione del farmacista no vax: perizia sulla presunta vittima

L'ha disposta il Tribunale di Monza nel processo a un professionista no vax per lesioni colpose gravi ed esercizio abusivo della professione di medico

Alla sbarra un farmacista che poi nel 2022 è salito alla ribalta delle cronache come no vax

Alla sbarra un farmacista che poi nel 2022 è salito alla ribalta delle cronache come no vax

Renate Brianza (Monza), 8 aprile 2025 – Una perizia medico legale disposta dal Tribunale di Monza per il 50enne di Renate Brianza che accusa il farmacista no vax del paese di essersi offerto nel 2019 di fargli le infiltrazioni al braccio dolorante, portandolo nel retrobottega dove, sostiene la vittima, gli ha iniettato nel gomito (e senza sterilizzare o disinfettare) un antinfiammatorio. Causandogli un'infezione che gli ha "mangiato" l'osso dell'avambraccio sinistro, obbligandolo a subire una decina di interventi chirurgici e a mettere una placca in titanio in attesa di una protesi.

Imputato di lesioni colpose gravi e esercizio abusivo della professione Marco S., già salito alla ribalta delle cronache nel gennaio 2022 come no vax per le accuse di non essersi sottoposto correttamente ai vaccini Covid e per avere rilasciato anche ai clienti tamponi negativi in realtà mai esaminati.

Il 50enne si è costituito parte civile al processo. Il farmacista nega tutto. Persino che il fatto raccontato dalla presunta vittima sia proprio avvenuto. E sua sorella chiamata a testimoniare dalla difesa dell'imputato ha aperto la strada a questa ricostruzione. "Conosco il signore, è un cliente della farmacia, veniva a comprare sedativi e ansiolitici, ma non è mai venuto a lamentarsi con noi per quello che gli era successo e neanche quando l'abbiamo incontrato per strada ci ha mai detto niente" - ha dichiarato la donna, a sua volta farmacista e che da sempre gestisce il negozio di Renate Brianza insieme al fratello. Il consulente medico della difesa inoltre sostiene che "nella documentazione clinica non risulta la non disinfezione del gomito prima dell'iniezione sostenuta dalla vittima che, se lo avesse detto ai medici, l'avrebbero senz'altro annotato. Poi non c'è prova che il paziente abbia assunto la terapia antibiotica che gli era stata prescritta per evitare la gravissima infezione". Si torna in aula a fine maggio per la nomina dell'esperto.