CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Prove tecniche di Monumentale. Censiti artisti, opere e personaggi

In un volume la ricerca degli Amici dei Musei sui nomi che hanno fatto grande il cimitero di Monza

In un volume la ricerca degli Amici dei Musei sui nomi che hanno fatto grande il cimitero di Monza

In un volume la ricerca degli Amici dei Musei sui nomi che hanno fatto grande il cimitero di Monza

Il Cimitero di Monza come museo a cielo aperto, memoria della città di un tempo che spiega quella di oggi. Così lo racconta l’Associazione amici dei musei di Monza e Brianza Est nel libro illustrato da 120 foto di Alberto Cantù, “Il Cimitero di Monza - Arte Monumentale“, presentato ieri ai Musei civici, anticipando il centenario della posa della prima pietra nel 1926.

L’attenzione è rivolta al cimitero di Monza dal punto di vista artistico, progettato da Ulisse Stacchini, che ospita centinaia di monumenti dai primi decenni del ‘900 ad oggi (opera di illustri artisti come Luca Secchi, Ernesto Bazzaro, Eugenio Bajoni o Gerardo Bianchi), oltre a quelli più antichi di fine ‘800, provenienti dal soppresso cimitero di San Gregorio, dietro il Binario 7. "La pubblicazione, 126 pagine – spiega Tiziana Achilli, presidente dell’Associazione – si propone di richiamare l’attenzione della pubblica amministrazione, in vista di un riconoscimento come Cimitero monumentale, perché le opere possano essere preservate e tutelate con adeguate normative. Dallo scorso aprile 2024, il camposanto monzese è stato ammesso nell’Atlante dei cimiteri significativi italiani. È attiva la richiesta di inserirlo nella mappa dei cimiteri europei di rilievo “European cimiteries route“, in vista dell’iscrizione all’elenco dei Cimiteri monumentali che aprirebbe la strada alla tutela normativa e conservazione delle opere architettoniche e scultoree che lo impreziosiscono". Intervenuti alla presentazione il sindaco Paolo Pilotto e le assessore alla cultura Arianna Bettin e alle biblioteche Viviana Guidetti. Alla stesura hanno contribuito lo storico e ricercatore Gianni Selvatico, per la parte architettonica, che spiega anche il configurarsi della città attorno al cimitero. Viene ricordata la notte del 14 ottobre 1892, quando l’esondazione del Lambro invase i colombai del cimitero di San Gregorio. Da lì i progetti per realizzarne uno nuovo. Per la prima idea di realizzarlo tra Cascina Triante e via Torneamento il Comune acquistò i terreni per tracciare le nuove strade: via Felice Cavallotti e via Vittorio Veneto, fino all’altezza della futura via Duca D’Aosta. Poi si fece strada l’idea di mantenere il vecchio camposanto e i sepolcri artistici realizzati nell’area San Gregorio e realizzare cimiteri di quartiere. L’idea fu scartata e si arrivò all’attuale destinazione in fondo a via Ugo Foscolo, che portò all’acquisto dei terreni per tracciare appunto il viale, come asse prospettico. Per raggiungere il cimitero si pensò anche alla creazione di bus elettrici, di fatto mai realizzati. Nel cimitero lavorarono anche artisti dell’Isia di Monza: la Scuola del Ferro realizzò la lampada votiva chiamata “faro della Vittoria“.

Simona Bartolena analizza le iconografie che prediligono soggetti classici, mentre Elisabetta Cagnolaro racconta i personaggi che hanno fatto la storia di Monza, a cominciare da Clemente Alberti, ex garibaldino, gestore del primo Teatro sociale, in piazza del mercato; Franz Kullmann, titolare del primo cinematografo monzese, e poi Luigi Kullmann, fondatore dello Skating club di Monza. Il libro permette di scoprire i personaggi che riposano nel cimitero, ma che danno il nome alle vie della città: Achille Mapelli, Giuseppe Cambiaghi, il pittore Mosè Bianchi, Emilio Borsa, Oreste Pennati e poi gli artisti Eugenio Bajoni e Anselmo Bucci. Il testo non è in vendita, ma va richiesto all’Associazione Amici dei Musei.