Hanno 15 anni. Sono usciti a fare una passeggiata in centro. Cose da ragazzi. Chiacchiere, una bibita, un trancio di pizza.
Sono giovani e prudenti però, per tornare a casa aspettano una mamma che li venga a prendere con la macchina.
L’appuntamento è già stabilito, ore 21.15. Qualche sera fa.
Non sanno a cosa stanno per andare incontro, però.
Nei pressi dell’Arengario, compaiono altri 6 o 7 ragazzi, sono pure loro giovani. Ma un poco più grandi. Dai 15 anni virano verso i 17 all’incirca.
Sono di origine straniera, nordafricani.
E non hanno buone intenzioni. Si avvicinano con una scusa. "Hai una sigaretta? Ah no? E qualche euro?".
Si fanno sempre più minacciosi, prepotenti.
Mettono le mani addosso ai 4 ragazzini, non hanno bisogno di picchiare, bastano i gesti e i comportamenti, l’intimidazione è servita
Mentre parla, il gruppetto intimidatore infila le mani nelle tasche dei ragazzini e le svuota.
Fa sparire quello che c’è di valore. Auricolari, Power Bank (caricabatterie portatili), spiccioli (5 euro). Non puntano a nulla di più, puro e semplice controllo del territorio. Come le baby gang che negli ultimi anni infestavano il centro. Poi, soddisfatti, se ne vanno.
Le vittime rimangono invece tramortite e ammutolite. Hanno paura. Racconteranno tutto, ma solo a casa.
"Non hanno voluto fare denuncia per ora - racconta la nonna di uno di loro - sono rimasti troppo spaventati, c’era anche una pattuglia delle forze dell’ordine nelle vicinanze ma non si è accorta di quanto stava avvenendo”".
Del resto, nessuno ha urlato o chiesto aiuto, difficile decifrare il comportamento dei ragazzi, vittime e aggressori.
"Fa paura che sia avvenuto tutto in pieno centro" chiosa preoccupata la nonna.
Dario Crippa