Dopo la sfuriata del capotreno nei confronti di alcuni ragazzi autistici senza biglietto e della loro psicologa accompagnatrice, Simona Ravera, nella serata di ieri la direzione di TrenItalia ha contattato l’accompagnatrice per scusarsi del comportamento del capotreno, assicurando che non sarà addebitata alcuna multa. Lo ha raccontato la stessa Ravera: “Hanno tenuto a precisare che la policy aziendale è molto attenta all'inclusione. Hanno poi individuato il capotreno che ha ribadito che esistono comunque delle sanzioni per chi sale senza biglietto. Il problema non era pagare, ma il modo in cui ci ha trattato”.
Mercoledì 30 agosto la dottoressa Ravera era con 12 persone autistiche (dell'associazione Faccia Vista di Monza): “Visto che un ragazzo si era fatto male - racconta - siamo passati in farmacia, perdendo il treno, quindi siamo saliti su quello da Framura a Bonissola senza biglietti, intenzionati a farli a bordo. Fare i biglietti per 16 persone alle macchinette richiede circa 10 minuti che non avevamo. Siamo stati aggrediti verbalmente dal capotreno che non ci ha nemmeno lasciato spiegare, ha detto che avrebbe fatto una multa di 80 euro ad ognuno di noi, aggredendoci e accusandoci di voler rubare un passaggio e dicendoci che non ci vogliono qui da loro”.
Il presidente della Onlus Matteo Perego ha subito scritto al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. "L'autismo è ancora poco conosciuto - fa notare il presidente Perego - perciò ho suggerito ai vertici di TrenItalia di fare dei corsi al proprio personale per imparare a riconoscere diversi tipi di disabilità".
"In effetti perché dovrebbero pensare che siamo ‘speciali’ o Autistici o disabili. La nostra condizione invisibile porta molti a pensare che siamo ‘maleducati’ - la psicologa commenta così la brutta sfuriata - Ma uno sguardo attento farebbe la distinzione tra paesi civici e incivili”. Con i ragazzi autistici gli imprevisti capitano e si gestiscono al momento, senza tradire ansia o rabbia, per non innescare in loro altrettanta ansia e rabbia. Quindi alla psicologa, in giro con il gruppo di ragazzi autistici è capitato spesso di pagare il biglietto sul treno, facendo fronte a un'emergenza. “Questa volta - dice - il capotreno ci ha visto salire, mi accingevo a cercarlo per pagare l'integrazione, ma ha cominciato ad attaccarci, dicendo che non lo avevamo cercato subito: ma eravamo appena saliti. Allora sono stata tranquilla perché i ragazzi cominciavano ad agitarsi: in quelle situazioni prendono le difese dei loro amici”.