ALESSANDRO CRISAFULLI
Cronaca

Ragazzino spinto sotto un treno a Seregno, cosa c'entrano la trap e le baby gang

Dj Nais: "E' più semplice odiare che essere felici per il prossimo"

"Purtroppo questi ragazzi ormai non sono più abituati a pensare, agiscono, credono di vivere in una canzone o in un film e perdono il contatto con la realtà". Come in una canzone. In un film. A volte anche in un videogame. È stato il procuratore capo dei Minori a Milano, Ciro Cascone, a delineare questo triste e preoccupante scenario, dopo l’ennesima azione violenta di una baby gang. Che poteva costare la vita a un ragazzino, spinto sotto un treno.

Trapper come idoli non solo da ascoltare ma, a volte, anche da imitare. In quanto mostrano nei video. O verso gli pseudo-valori ai quali inneggiano. Ma perché tanti trapper puntano così tanto sui temi della violenza, della droga, del cash facile? Luca Porzio dà una sua lettura. Luca è più conosciuto con il nome d’arte di Dj Nais. È un produttore attivo da tempo nella scena milanese e accanto ad artisti come Fabri Fibra, Emis Killa, Tiromancino, Mondo Marcio, Rocco Hunt, Clementino, Boomdabash, Coolio.

"Credo che alcuni lo facciano per descrivere veramente la propria realtà. Effettivamente la nostra società non offre molto per i giovani delle periferie. Ma la maggioranza dei trapper che puntano su quei temi, a parer mio, provengono invece da famiglie e contesti non proprio di periferia o disagio e vogliono solamente emulare il mito del criminale, dei soldi facili, senza capire che risultano ridicoli e rendono vani anche i sacrifici dei loro genitori. Purtroppo oggi la società si basa sulle cose futili, sull’essere famosi a tutti i costi e i soldi facili ed immediati. Ma i soldi non sono tutto nella vita e si possono fare in maniera costruttiva e legale. L’unico problema credo sia che per farlo bisogna impegnarsi, fare sacrifici, mettersi in gioco e prendere anche dei no o porte in faccia".

Perché queste canzoni, e questi temi, hanno così presa sui ragazzini di oggi?

"Perché fondamentalmente è più semplice odiare che esser felici per il prossimo. D’altronde il web è pieno di leoni da tastiera, che piuttosto di non commentare esprimono pensieri negativi quasi sempre per frustrazione. Oramai è sdoganato il pensiero che si possa far successo senza una gavetta e senza sacrifici. Sempre e solamente per il gusto di far soldi facili ed esser famosi".

Non ci sono alternative a questi temi?

"Ce ne sono molte, probabilmente è tutto basato sui principi che ti danno i genitori. Raccontare realmente le proprie esperienze di vita da qualsiasi contesto tu provenga credo sia alla base di tutto".

Non sentono un po’, questi artisti, il peso del rischio emulazione?

"Secondo me non è questo il punto, per me è la famiglia che ti deve dare dei sani principi per poter affrontare il mondo al meglio. Teniamo conto che prima di tutto stiamo parlando di musica. Se hai delle fondamenta sane lo capisci il disagio vero o se il tal artista si è solamente creato un personaggio cercando di emulare chi vede da YouTube o nei film".

La pandemia come e quanto ha inciso su questo?

"Ha amplificato il disagio personale e in pochi sono riusciti a sfruttare il tanto tempo in modo costruttivo. La vita è molto difficile, ti mette sempre alla prova e se non sai affrontarla con positività ti schiaccia. Io e Lobbuten, il giovane talento di Limbiate che sto accompagnando nel suo percorso, ad esempio, nonostante non potessimo vederci in studio abbiamo sfruttato il web e le tecnologie attuali per comunque iniziare a lavorare: ci mandavamo i provini registrandoli tramite WhatsApp o messaggi vocali".