STEFANIA TOTARO
Cronaca

Rapina choc alla consigliera. Due fratellastri condannati

Assaltarono le case di via Volta a Biassono, tra cui quella di Angela Galbiati "Mi sono svegliata e in camera c’erano uomini con il passamontagna".

Angela Galbiati, capogruppo della lista Biassono Civica, vittima della rapina

Angela Galbiati, capogruppo della lista Biassono Civica, vittima della rapina

Pene pesanti per i due fratellastri cileni che lo scorso giugno hanno preso di mira di notte le abitazioni in via Volta a Biassono, con un tentativo di rapina e altre due portate a termine, l’ultima in casa di Angela Galbiati, capogruppo in Consiglio comunale della lista di minoranza Biassono Civica, che ha rischiato di venire soffocata con un cuscino nella sua camera da letto. Per un 30enne, con problemi di droga e precedenti penali, il gup del tribunale di Monza Marco Formentin ha aggiunto 2 mesi di reclusione a una precedente condanna a 3 anni e 9 mesi, a cui si dovrà poi aggiungere a luglio il patteggiamento di altri 5 anni di pena.

Il complice 35enne, che ha un altro cognome perché figlio di stessa madre ma di padre diverso, è stato invece condannato con il rito abbreviato a 4 anni e mezzo di reclusione. I due fratellastri sono stati poi condannati al risarcimento dei danni ad Angela Galbiati, parte civile nel procedimento penale, che ha ottenuto una provvisionale immediatamente esecutiva di 5mila euro. Con loro è accusato anche un terzo complice identificato in un momento successivo e che verrà giudicato in futuro. I due fratellastri sono detenuti in carcere e ieri si sono ritrovati faccia a faccia nell’ufficio del giudice con la consigliera comunale biassonese, che non ha più riavuto indietro i monili in oro dal valore di diverse migliaia di euro che le sono stati rapinati e che la notte del raid è stata salvata dal suo coraggio di urlare ripetutamente, permettendo così l’intervento del fratello e del figlio.

"Ero andata a dormire presto e mi sono risvegliata con tre uomini in camera con il volto coperto dal passamontagna – ha raccontato Angela Galbiati –. Mi sono messa a gridare, ma subito uno dei malviventi mi ha tappato la bocca con la mano. Ho cercato di ribellarmi in ogni modo, anche con graffi e scalciando. Appena ha mollato la presa mi sono messa a gridare di nuovo, ma mi ha subito coperto il viso con il cuscino, premendo per immobilizzarmi". Nel frattempo però le sue urla hanno fatto scattare l’allarme e i rapinatori sono fuggiti.