
Renata Andolfi, fisioterapista monzese (d’adozione) e biker globetrotter per passione nell’agosto scorso in Pamir ha percorso oltre mille chilometri su un massiccio montuoso dove ha raggiunto i 5.000 metri
Monza – Raccontando la sua storia, ha acceso tanta curiosità e sorrisi fra gli anziani ospiti alla Rsa Fossati di Monza. Gli stessi che incrocia con i suoi lunghi viaggi in bicicletta in giro per il mondo. Renata Andolfi, fisioterapista monzese d’adozione e biker globetrotter per passione, è una donna piena di energia e di risorse, che ama coniugare la passione per lo sport e il turismo alla solidarietà.
L’altro ieri in Rsa Fossati ha raccontato il suo ultimo lungo viaggio, nell’agosto scorso, in Pamir. Un giro di oltre mille chilometri su un massiccio montuoso dove ha raggiunto anche i 5.000 metri di altezza. E, come ogni suo viaggio, finalizzato a un’opera di bene: in concomitanza ai suoi itinerari ciclistici, Renata indice sempre raccolte fondi a favore di “Divinity Foundation“, in particolare per il Rescue Center (una casa di accoglienza) in Kenya, ai piedi del Kilimangiaro, che si adopera soprattutto contro le mutilazioni genitali delle bambine. Lo fa appoggiandosi al portale Go fund me, e proponendo ai suoi follower di offrire 4 euro per ogni chilometro percorso.
“Il progetto vuole dare supporto alle bambine e alle donne che vivono quella situazione drammatica - spiega la biker volontaria -. A causa delle mutilazioni è difficile affrontare la gravidanza ad esempio. Come Divinity Foundation ora stiamo costruendo un ospedale materno-infantile per loro. Per raccogliere fondi organizzo anche parecchie serate a Monza e in altri luoghi della Lombardia, del Piemonte e della Liguria”.
La prossima meta di viaggio, ad aprile, sarà l’Armenia. “Viaggerò per 15 giorni tra i suoi tantissimi monasteri cristiani, in un Paese che è stato il primo al mondo ad adottare la fede cristiana come religione di Stato - racconta -. È ricca di paesaggi bellissimi e incontaminati dove coltivare la spiritualità”. E dove incrociare nuovi sguardi. “La bicicletta ti apre il mondo - dice con una punta di emozione -. Quando le persone ti vedono in bicicletta si fidano. Ti accolgono, ti danno il pane per strada. È il veicolo d’ingresso a una dimensione umana. Così è stato in Pamir, ma in precedenza anche sull’Himalaya indiano”. La passione per i viaggi in bicicletta accompagna Renata da sempre. Torinese d’origine, ha iniziato a fare giri lunghi a 12 anni, sulle Langhe piemontesi. Ora ha quasi 60 anni, con alle spalle una storia di imprese mozzafiato e uno sguardo sempre volto al futuro, a nuovi luoghi da scoprire e al bene che c’è ancora da fare.