STEFANIA TOTARO
Cronaca

Renate, l’iniezione del farmacista no-vax fa infezione: ora gli servirà una protesi

Il farmacista è accusato di lesioni colpose nei confronti di un 50enne che ha subìto una decina di interventi chirurgici per un’infezione ( nata dopo la somministrazione di un antinfiammatorio) che gli ha "mangiato" l'osso dell'avambraccio sinistro

Il farmacista no-vax di Renate è accusato di lesioni colpose

Renate (Monza Brianza) - Farmacista no-vax, ma si sarebbe offerto di eseguire gratuitamente ad un cliente, portandolo nel retrobottega, le infiltrazioni al braccio dolorante, iniettandogli nel gomito (e senza sterilizzare o disinfettare) un antinfiammatorio, che invece andrebbe somministrato per via intramuscolare.

È quanto sostiene un 50enne del posto, che da allora ha subìto una decina di interventi chirurgici per un'infezione che gli ha "mangiato" l'osso dell'avambraccio sinistro, obbligandolo a mettere una placca in titanio in attesa di una protesi. L'uomo si è costituito parte civile al processo al Tribunale di Monza che vede imputato di lesioni colpose Marco S., già salito alla ribalta delle cronache nel gennaio 2022 con le accuse di non essersi sottoposto correttamente ai vaccini Covid e per avere rilasciato anche ai clienti tamponi negativi in realtà mai esaminati. "Che io sappia un farmacista può fare soltanto iniezioni per via intramuscolare", ha dichiarato in aula il medico di base dal 2021 di Angelo L., la cui odissea è iniziata nel 2019. Il dottore ha confermato che il suo paziente soffre di "osteomielite al gomito sinistro". Davanti al giudice è stata convocata anche un'ortopedica dell'ospedale di Carate Brianza nel cui pronto soccorso il 50enne si era presentato nel maggio 2019.

"Il paziente è stato ricoverato fino a luglio per sottoporlo a drenaggi in sala operatoria e a terapia iperbarica per aiutare i tessuti perché l'infezione aveva raggiunto l'osso. Per l'antinfiammatorio prescritto il bugiardino non prevede l'iniezione intrarticolare, ma recentemente la fanno per spalla o ginocchio. Più che il farmaco a scatenare l'infezione, che potrebbe anche essere partita altrove, può essere stata la mancata disinfezione della cute prima dell'iniezione, anche se il la secrezione purulenta era a metà dell'avambraccio e non al gomito". Il 50enne sostiene di essere andato in farmacia a prendere il farmaco prescritto dal suo medico per l'ipotesi di un problema al tunnel carpale e di avere chiesto al farmacista se sapesse indicargli dove fare le infiltrazioni. "Lui mi ha detto che me le avrebbe fatte lui. Mi ha portato nel retro, mi ha fatto sedere, con il pennarello ha fatto un punto sul gomito e mi ha fatto l'iniezione, senza neanche disinfettare la pelle". Dal canto suo l'imputato, finora assente in aula, nega tutto, sostenendo che il cliente non si è più fatto vivo in farmacia. Si torna in aula a febbraio con altre testimonianze.