di Alessandro Crisafulli
Da un lato chi punta sulla prevenzione, che fa rima con educazione. Dall’altro chi, invece, chiede una reazione pronta, decisa, come forma di repressione. In mezzo, una città scossa. Dove in questi giorni non si parla d’altro. La maxi rissa di mercoledì pomeriggio ha lasciato il segno, a Desio. Perché quando è troppo, è troppo: troppi ragazzi coinvolti (almeno 100 tra attori e spettatori, ma ci sono testimoni che ne stimano anche di più), troppa violenza, troppe armi (mazza da baseball, machete, spranghe, bottiglie, sassi).
Troppo futile il motivo, un presunto affronto alla ragazza di uno dei due contendenti. Troppo piccolo il margine che non ha trasformato la guerra civile in tragedia. "Il fatto che qualcuno possa girare indisturbato per le strade della nostra città con in mano un machete è qualcosa di estremamente preoccupante – attaccano Lega e lista civica Per Desio -. Per un’amministrazione comunale il tema sicurezza deve essere centrale.
La nostra polizia locale deve essere messa nelle condizioni di operare al meglio e poter contare su un organico più ampio, altrimenti presidiare il territorio di una città come la nostra, che ha bisogno di meno degrado, più sicurezza e non più murales, diventa estremamente complicato. Siamo inoltre convinti che le forze dell’ordine debbano essere messe nelle condizioni di lavorare equipaggiate adeguatamente per poter garantire sicurezza e prevenzione: giubbotti con ricetrasmittenti, spray al peperoncino e Taser, la pistola a impulsi elettrici". "Occorre evitare di cadere nella fobia generalizzata e incontrollata - replica il PD - la nostra città non è il Bronx; i protagonisti della rissa sono solo una piccolissima parte dei giovani della nostra città.
Bisogna intervenire laddove si creano sacche di disagio promuovendoincentivando la partecipazione dei giovani alla vita della città. La gestione di questi problemi non si ha con la repressione e proponendo un modello di città chiusa: si ha continuando sulla strada della promozione culturale, sociale e di conoscenza, percorso che in questi anni abbiamo seguito con determinazione e che di certo non può essere messo in discussione per una rissa". La lista Desio Viva invece propone “Gli Stati Generali dell’Educazione”, "una chiamata a raccolta di esponenti di diverse famiglie, inclusi i giovani che sono protagonisti del loro stesso percorso educativo, dirigenti e docenti scolastici, rappresentanti delle parrocchie, del Consorzio Desio Brianza, delle associazioni sportive, culturali e di altre formazioni sociali frequentate dai nostri figli".