STEFANIA TOTARO
Cronaca

Resa dei conti sul film del Boccaccio. Faccia a faccia col regista occulto

L’ex sindaco Allevi e l’allora assessore Arena chiedono 170mila euro di danni per la fiction satirica

Resa dei conti sul film del Boccaccio. Faccia a faccia col regista occulto

L’ex sindaco Allevi e l’allora assessore Arena chiedono 170mila euro di danni per la fiction satirica

Entra nel vivo, mercoledì al Tribunale di Monza, il processo per diffamazione per la fiction “Colpo di Grazia“, il film antagonista a puntate del 2021 che attaccava la ex Giunta di centrodestra con una satira grottesca sul presunto malaffare dell’urbanistica. Parti civili l’ex sindaco di centrodestra Dario Allevi e l’ex assessore leghista alla sicurezza Federico Arena, che chiedono un risarcimento dei danni rispettivamente di 100mila e 70mila euro. Contro questa decisione il Foa Boccaccio annuncia che quel giorno alle 12 ci sarà un presidio davanti al Palazzo di giustizia monzese alla presenza della regista del film Skyler Grey, che terrà una conferenza stampa. Gli antagonisti hanno anche avviato una raccolta di fondi per sostenere la campagna “170Kperunfilm“ e per ribadire "la gravità della situazione", in cui un ex sindaco presenta una richiesta di risarcimento "esorbitante" per un "reato d’opinione".

"Abbiamo visto che nell’ultimo periodo, a fronte di una forte partecipazione dal basso, anche gli atti repressivi più gravi vengono impediti e quindi per noi sarà molto importante avere una partecipazione significativa alla conferenza stampa per dare il segnale che il tema della libertà di espressione è caro non solo ai diretti interessati, ma a tutta la cittadinanza attiva e resistente", aggiungono dal Foa Boccaccio. Al processo sono imputati di diffamazione i due tecnici che si sono occupati della diffusione online della serie, mentre sono rimasti ignoti gli autori della fiction, che si nascondono sotto lo pseudonimo della regista Skyler Grey. A denunciarli proprio l’ex sindaco, Dario Allevi, secondo cui ha creato un "particolare allarme sociale" la produzione che aveva l’intento di "screditare", attraverso un mezzo considerato "insidioso" per la facilità della sua diffusione, il ruolo istituzionale dell’allora prima cittadino e delle altre parti offese, Federico Arena e l’ex assessora all’urbanistica Martina Sassoli che però, insieme al Comune di Monza, non si sono costituiti parti civili.

A rendere nota la querela erano stati proprio gli antagonisti sostenendo che "si contesta, all’interno del primo episodio del film (online il 6 febbraio 2021) il riferimento ad accordi illeciti tra il cav. Mattoni (costruttore senza scrupoli) e il sindaco (quello immaginario del film, ovviamente)". Gli autori si difendono sostenendo che si tratta solo di una produzione artistica.