STEFANIA TOTARO
Cronaca

Monza: cannibalizzavano auto di lusso, pene fino a 8 anni

Condannati i 16 componenti dell’organizzazione che rubava auto di grossa cilindrata, le smontava e rivendeva i pezzi di ricambio

Sfasciacarrozze

Monza, 22 dicembre 2020 Pene fino a 8 anni di reclusione per i componenti della banda che rubava auto di grossa cilindrata, le smontava completamente e rivendeva i pezzi al mercato nero dei ricambi nell’Est Europa. Sono le condanne inflitte dalla gup del Tribunale di Monza Pierangela Renda, chiamata a decidere sui processi abbreviati e sui patteggiamenti chiesti da 16 imputati.

La pena più alta è andata ai due fratelli D. e a.C., 40enni proprietari di una ditta di autodemolizioni in viale delle Industrie a Monza, la ‘Dam’, che era stata posta sotto sequestro nel giugno scorso quando erano scattate anche le manette. Per loro la giudice ha disposto la confisca di beni fino a 90mila euro a favore delle società assicurative costituite parti civili. I due fratelli, che sono ancora detenuti in carcere (l’avvocato Francesco Ruffo ha chiesto ora gli arresti domiciliari) sono considerati, secondo le indagini della polizia stradale di Milano, a capo dell’associazione a delinquere di cui facevano parte altre 8 persone (5 erano finite in carcere, dove sono tuttora e alcuni sono stati trovati positivi al Covid e tre – fra cui due egiziani – ai domiciliari), mentre altre 8 erano imputate a piede libero per posizioni minori e hanno avuto pene fino a 1 anno di reclusione.

D. e A.C., ritenuti ‘delinquenti abituali’, hanno deciso di essere processati con il rito abbreviato, come la maggioranza dei coimputati, mentre i pochi che rischiano pene più lievi hanno chiesto il patteggiamento. L’indagine denominata ‘Il riciclaggio è servito’ è partita da una segnalazione della polizia stradale di Venezia che, nel dicembre 2017, aveva scoperto a bordo di un Tir diverse parti di auto "provento dell’attività di riciclaggio dell’autodemolitore monzese". Nell’aprile del 2018 gli investigatori, attraverso appostamenti, pedinamenti, intercettazioni e acquisizioni documentali, sono riusciti ad accertare che l’autodemolitore "era uno dei principali centri di riciclaggio di veicoli rubati della Lombardia". I pezzi di auto, stipati in container, venivano poi rivenduti a ricambisti dell’Est Europa, principalmente polacchi. Grazie alle telecamere montate davanti all’ingresso dell’azienda, i poliziotti hanno documentato – durante la chiusura della ditta di autodemolizioni per la pausa pranzo – l’ingresso di auto rubate "per un giro d’affari di circa 800mila euro".