Monza – Sui sellini delle loro bici o dei loro motorini girano per le vie della città consegnando pasti a chi ordina in take-away, avendo la tenacia come parola d’ordine: sono i rider - in italiano ciclofattorini -, che prestano il loro lavoro per piattaforme e app web di consegna, divincolandosi tra gratificazioni e difficoltà. In Italia sono tre quelle principali attive attualmente (a cui se ne aggiungono altre più piccole e settoriali): Just Eat, Glovo e Deliveroo. Monza nel mercato del take-away è tra le città medie col più alto tasso di prenotazioni in Italia, tant’è che Deliveroo ha visto, tra il 2022 e il 2023, ben il 64% dei ristoranti monzesi in più aderire alla piattaforma. Just Eat nel 2021 ha deciso di partire proprio da Monza, in Italia, per sperimentare i nuovi contratti di lavoro su modello Scoober, una particolare forma contrattuale di secondo livello - sotto a un primo livello di contratto collettivo nazionale di lavoro della logistica - che ha reso i rider per la prima volta in Italia lavoratori subordinati.
Le altre piattaforme, Glovo e Deliveroo - iscritte ad Assodelivery, da cui Just Eat è invece uscita -, pagano a cottimo, vale a dire per ogni consegna effettuata, in un rapporto di lavoro che vede i rider come lavoratori autonomi a partita Iva o in ritenuta d’acconto. La differenza è presto detta: da un lato Just Eat dà la sicurezza di un contratto ad ore, con tutele e indennità riconosciute; dall’altro Glovo e Deliveroo destinano il lavoro al libero professionismo, non dando garanzie ma offrendo la possibilità di lavorare quanto si vuole e di poter guadagnare di più. La paga oraria di Just Eat parte da 7,50 euro netti, che possono aumentare a seconda di scelte contrattuali e indennità riconosciute, mentre Glovo e Deliveroo hanno paghe tra loro simili, partendo da 3,70 euro dal momento in cui si accede all’ordine, a cui si aggiunge un centesimo per ogni chilometro percorso.
I lavoratori fanno sapere che mediamente si riesce a ricavare qualcosa in più da Glovo, ma che Deliveroo ha un accesso oggi mediamente più facile agli ordini. A Monza e dintorni sono circa 100 i rider attivi per Just Eat e 300 quelli di Glovo e Deliveroo. Molto spesso un singolo rider lavora in contemporanea per più piattaforme, delle volte anche tutt’e tre insieme. Fortissima a Monza è la presenza di lavoratori di origine pachistana e bengalese, circa il 75% del totale, mentre i restanti sono italiani o di altre nazionalità. "Just Eat ha dato sicurezza lavorativa ai rider – commenta Ferdinando Sannino, segretario Fit Cisl Monza Brianza Lecco –. Sono lavoratori dipendenti con compenso orario, ferie, malattia, maternità o paternità, indennità per lavoro notturno e festivi, coperture assicurative, dispositivi di sicurezza gratuiti, formazione obbligatoria e tutele previdenziali. È la strada giusta, ciò che manca è che non vengono forniti mezzi e un welfare aziendale. A Monza poi non c’è una postazione fisica come base di appoggio".
«Molti rider per guadagnare sono costretti a lavorare tanto, con orari assurdi e pericolosi per la loro salute – denuncia Elena Lott del coordinamento nazionale di Slang-Usb –, tanto che sono numerosi gli incidenti in strada. Andrebbero assunti tutti come lavoratori subordinati. Il sistema a cottimo si presta a sfruttamento perché non hai garanzie e finisci per lavorare senza limiti, e anche il contratto Scoober di Just Eat è peggiorativo rispetto al Ccnl di logistica: qui spesso poi sono poche le ore di lavoro, magari 15, 20, quando molti rider vorrebbero farne 40".