REDAZIONE MONZA BRIANZA

Ritorna in aula il caso Malaspina ma gli imputati preferiscono tacere

Attesa invece per la prossima udienza la deposizione dell’imprenditore

Giuseppe Malaspina torna in aula dopo quasi 7 mesi di stop per l’emergenza coronavirus.

Ieri all’auditorium della Provincia, trasformato in aula penale per i processi con tanti imputati, è ripreso il dibattimento che vede il costruttore calabrese trapiantato a Vimercate accusato di avere assoldato una “corte dei miracoli“ di professionisti per salvare il suo impero immobiliare dal fallimento.

Il pm Salvatore Bellomo ha convocato alcuni dei 20 coimputati giudicati con il rito abbreviato, che ha portato in primo grado a 20 condanne fino a 6 anni e 4 mesi a vario titolo per reati fallimentari e tributari, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio. Ma si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i fratelli di Giuseppe Malaspina, Carlo e Antonio e anche Antonio Ricchiuto, commercialista di Lesmo con studio ad Arcore che è genero di un altro imputato, Gerardo Perillo, avvocato ed ex giudice della sezione fallimentare del Tribunale monzese.

Vogliono invece rendere interrogatorio il commercialista, Salvatore Tamborino (che verrà sentito nella prossima udienza del 7 ottobre) e l’avvocata Fabiola Sclapari, lo stesso Gerardo Perillo e per ultimo l’imputato numero uno Giuseppe Malaspina, che nega decisamente di avere concordato a tavolino una strategia per salvare dal fallimento il suo patrimonio di immobiliare e anche un mega maneggio con agriturismo in Brianza.

Stefania Totaro