GUALFRIDO GALIMBERTI
Cronaca

Rivolta contro le suore sacramentine

Seregno, da uno stabile di loro proprietà a Genova hanno sfrattato altre religiose per fare una rsa di lusso: raccolte 25mila firme

di Gualfrido Galimberti

Più che una semplice manifestazione di disappunto è una vera e propria insurrezione: a Genova è partita una raccolta firme contro le Suore Sacramentine, con il dito puntato verso Seregno. Per dare una dimensione del malcontento: in pochi giorni sono circa 25mila le persone che hanno aderito alla petizione lanciata sulla piattaforma Change.org, subito diventata una di quelle di maggior successo del sito. Il motivo della rabbia dei genovesi è molto semplice: da parte dell’Ordine delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, per tutti le Sacramentine, è partita un’ingiunzione di sfratto nei confronti delle religiose che gestiscono Casa Raphael in via Byron, nell’elegante quartiere genevose di Albaro, negli spazi di quello che era il monastero una volta occupato dalle stesse Sacramentine.

Tra battaglie legali e proteste, lo sfratto diventerà esecutivo a tutti gli effetti il 30 settembre. La vicenda, in realtà, è molto complessa e parte da lontano coinvolgendo pure il Cardinale Angelo Bagnasco, che aveva commissariato le Sacramentine e aveva bloccato i loro conti per una operazione immobiliare avviata sulla preziosa are di circa 10mila metri quadrati tra architetture e giardino. Bisogna risalire al 2009 per venire a capo del pasticcio, con un accordo firmato con Luciano Alessi, per la gestione di una casa di riposo privata in un’ala del monastero, ma anche con la contemporanea sottoscrizione di un contratto preliminare con un immobiliarista che aveva acquisito la medesima ala. Lì inizia la battaglia legale tra le parti, con la seregnese suor Daniela Pozzi, madre federale, che prende in mano la questione cercando di venirne a capo. Nel frattempo mentre il monastero viene chiuso e le religiose vengono accolte dagli altri istituti dell’ordine, nella struttura si insediano altre suore che danno vita a "Casa Raphael".

Un progetto dalle importanti ricadute sociali per il territorio, visto che garantisce non solo percorsi psicofisici e spirituali, ma si occupa anche concretamente dell’assistenza alle persone più bisognose, così come della distribuzione di sostegni alimentari, dell’accoglienza dei migranti. Tra le attività anche la riqualificazione dello spazio verde, creando orti collettivi e didattici. Ora la svolta, ovvero lo sfratto a Casa Raphael da parte delle Sacramentine, pare per realizzare una importante Residenza socio assistenziale di lusso, con tanto di silos per le auto. L’idea ha sollevato la protesta generale. La stampa locale accusa le Sacramentine di Seregno, sono sorti comitati, la rabbia è sfociata sui social network e nella raccolta firme per cercare di fermare tutto. Perfino le stesse suore di Casa Raphael si sono mobilitate per cantare in un video diventato virale su Internet la loro volontà di rimanere dove sono. Per i genovesi la beffa è doppia: tutta l’area del monastero, infatti, era nata per volontà di una ricca possidente genovese, Antonietta Celesia vedova De Ferrari, quando la figlia Teresa a 19 anni era entrata nel monastero delle Adoratrici Perpetue a Monza l’11 ottobre 1873. Ora, a quasi 140 anni di distanza, da Genova vedono come uno scippo la scelta che parte della Brianza, per un progetto calato dall’alto e per uno sfratto che nessuno in Liguria riesce a digerire.