MARCO GALVANI
Cronaca

Rivoluzione artistica I muri di Banksy e lo spray sui mattoni "per un mondo più bello"

All’Orangerie della Villa Reale la mostra del misterioso writer inglese

Rivoluzione artistica I muri di Banksy e lo spray sui mattoni "per un mondo più bello"

di Marco Galvani

"Alcune persone vogliono rendere il mondo un posto migliore. Io voglio solo rendere il mondo un posto più bello. Se non ti piace, puoi dipingerci sopra!". La rivoluzione artistica di Banksy arriva in Villa Reale. Iconica e provocatoria. Con la mostra “Banksy. Painting Walls“ - dal 30 giugno al 5 novembre - prodotta da Metamorfosi Eventi con SM.Art, WeAreBeside e Consorzio Parco e Villa Reale, che porta in Italia per la prima volta tre muri originali dell’artista britannico. Tre pezzi del peso di sei tonnellate provenienti da collezioni private, dipinti da Banksy nel 2009, nel 2010 e nel 2018 a Londra, nel Devon e nel Galles. Protagonisti di questi tre lavori sono tre adolescenti, rappresentanti di una nuova generazione che sembra essere da sempre la più sensibile alle tematiche intorno alle quali si muovono gli interessi dell’artista inglese, dall’emergenza climatica alle disuguaglianze sociali, dalle guerre ai migranti. “Season’s Greetings“, apparso a Port Talbot, in Galles, nel dicembre 2018, è stato scelto come immagine della mostra. Si tratta di un’ampia porzione di muro su cui Banksy ha dipinto un ragazzino con le braccia spalancate e la lingua tesa fuori dalla bocca per assaporare i fiocchi di neve che cadono dal cielo. Fiocchi che, però, si scoprono essere cenere che si leva da un bidone della spazzatura in fiamme. Port Talbot che, peraltro, è stata definita dall’Organizzazione mondiale della sanità la città più inquinata del Regno Unito. Ma oltre ad altri due muri (“Heart Boy” e “RobotComputer Boy”) saranno presenti alcuni pezzi unici per circa 70 opere originali.

"La mostra intende riflettere sul come e il perché le opere di Banksy, originariamente inscrivibili all’interno del movimento della street art e quindi accessibili a tutti, vengano oggi estraniate dal contesto urbano e sacralizzate come oggetti d’arte di nicchia", spiega Sabina de Gregori, storica dell’arte e curatrice della mostra. E così il visitatore passa da un allestimento “scarno” che ricorda gli inizi della carriera di Banksy a installazioni “musealizzate“, poste oltre un confine sempre più lontano dallo spettatore.