Monza – Se le chiami ronde, un po’ si innervosisce. Perché il termine più corretto è, al momento, dopo una breve riflessione, “gruppi di vigilanza”.
L’obiettivo di chi li ha ideati e intende proporli è dare una risposta ai cosiddetti “maranza”, a quegli assembramenti di giovani per lo più di origine nordafricana che hanno preso piede ultimamente in centro a Monza e nelle stazioni ferroviarie a suon di aggressioni, piccole rapine, insulti, furti ai danni di coetanei, intimidazioni. Per mettere in atto i buoni propositi, arriveranno dunque degli autentici gruppi di difesa…. non violenti.“Una rete di persone unite e preparate per vigilare, proteggere e segnalare, senza mai sostituirsi alle forze dell’ordine, ma collaborando con esse”, è l’ordine di scuderia. Perfettamente organizzati, addestrati con tattiche paramilitari e di auto-difesa. Con una sorta di divisa per rendersi perfettamente riconoscibili, giacche anti-taglio, perfino piccoli scudi. L’idea è quella di intervenire in caso di aggressioni, vandalismi, atti di bullismo mettendosi in mezzo come forza di contrapposizione. Ma senza mai “menare” le mani.
“Stiamo ultimando le opere di reclutamento, entro la fine di febbraio dovremmo essere operativi”. A parlare è Alessandro Sebastiano Porto, ideatore, portavoce, leader, “garante” ufficiale dell’associazione Rinascenza. Un gruppo nato quattro anni fa e che dalla Brianza (Seregno la sede) si sta diffondendo a macchia d’olio in Italia, assicura il suo ideatore.“Oggi siamo presenti in 12 città (Monza e Brianza, Roma, Milano, Palermo, Modena, Mantova, Bari, Catania, Bologna, Brescia, Napoli, Torino), siamo circa 300 persone operative, ma i simpatizzanti sono migliaia”.
L’organizzazione ricorda almeno nei termini l’antica Roma e la Rivoluzione Francese, dai “comizia” (scritto con la “z”) – una sorta di mini-parlamenti – al Direttorio per prendere le decisioni. L’ambizione è nazionale. “Non siamo politicizzati, ma facciamo politica, nel senso che ci occupiamo della polis. Destra e sinistra non sono più quello che erano un tempo. Oggi nel Mondo comanda un gruppo di oligarchi, un ristretto gruppo di persone che sta distruggendo il pianeta. Noi vogliamo essere eredi dell’Umanesimo, dall’Illuminismo, del Rinascimento. Vogliamo riportare al centro l’uomo, e non i gruppi finanziari e tecnologici”.
Venticinque anni, laureato in Lettere e filosofia, visionario, Alessandro Porto spiega con lucidità disarmante la sua idea, che lo ha portato a mettere in piedi Rinascenza. “Il nemico è un mondo dominato da gruppi di potere che cercano di metterci gli uni contro gli altri. Noi siamo una forza positiva, vogliamo riappropriarci del mondo prima che si troppo tardi in maniera trasversale”. Dopo aver lavorato per quattro anni a mettere a punto uno statuto, delle regole, una struttura e aver cominciato a fare attività culturale ora l’idea di uscire per la prima volta allo scoperto. Con la sicurezza nelle strade. “La sicurezza urbana è diventata una delle preoccupazioni principali in molte città italiane, e il fenomeno delle baby gang e dei cosiddetti maranza non fa che alimentare questa sensazione di insicurezza… Obiettivo, è contrastare la criminalità giovanile, ma anche respingere qualsiasi tentativo di strumentalizzazione del problema per alimentare odio razziale o divisioni sociali. Prima che qualcuno organizzi spedizioni punitive, vogliamo difendere la cittadinanza. Il nostro scopo è proteggere chi ha bisogno, senza distinzioni, e restituire alle persone il diritto di sentirsi al sicuro nelle loro città. Non siamo una milizia, ma una forza di cittadini responsabili e organizzati”.
Il progetto prevede la formazione di gruppi composti da circa 20 volontari, uomini e donne sopra i 20 anni, meglio se già formati con corsi di primo soccorso. E poi? “Vogliamo occuparci di tutti i problemi, dall’ambiente ai trasporti, inserendoci dove c’è un vuoto”. Dopo una fase iniziale di adesioni, seguiranno incontri informativi e un periodo di preparazione per formare i partecipanti a gestire situazioni ad alto tasso adrenalinico in maniera lucida e responsabile. I volontari saranno poi organizzati in turni in base alla disponibilità e alle aree più critiche della città: stazioni, centri urbani e, soprattutto, i luoghi affollati del sabato sera.
“Siamo una nuova arma in mano al popolo, uomini e donne, senza preclusioni in base alle rispettive capacità. I riferimenti all’antica Roma? Avevano tattiche molto efficaci, le abbiamo studiate, ma non facciamo solo quello: facciamo anche attività sociali, club del libro, corsi di teatro. Un servizio di rieducazione civica. Non vogliamo entrare in politica anche se i partiti ci stanno già chiamando”.Simpatie politiche? “Nessuna. Né destra né sinistra, ma neppure chi aveva detto la stessa cosa come i grillini. Vogliamo solo il bene della società e attirare i giovani (attualmente la maggioranza nel movimento). Non siamo ribelli, ma rivoluzionari”.
Riepilogando: 300 in tutta Italia, in Brianza sono una ventina, comunicano via Instagram dopo l’uscita allo scoperto con un annuncio provocatorio sui social se ne sarebbero già aggiunti 150 in pochi giorni. “Nella fase di reclutamento faremo particolare attenzione anche al fatto che non si avvicinino esaltati. I nostri gruppi di vigilanza entreranno in azione a turni nei luoghi più critici, dal centro alla stazione ferroviaria”. Uno degli slogan pubblicati su Instagram? “Sii parte dell’1% che inceppa tutto il sistema”.