Portati al pronto soccorso del San Gerardo dopo essere stati investiti sul monopattino, sono stati contattati al telefono da un sedicente avvocato, in passato presidente di una onlus per la tutela delle vittime della strada in Brianza, che si è offerto di seguire la loro pratica per il risarcimento dei danni. Circa 60mila euro che le società di assicurazioni hanno effettivamente pagato, ma che i due beneficiari non hanno mai visto. È l’accusa che due pakistani, un 49enne residente a Nova Milanese e un 32enne domiciliato a Seregno, hanno scritto nero su bianco affidandosi ad una querela presentata dall’avvocata Micaela Perego alla Procura di Monza nei confronti di A.V., 39enne di Seveso, chiedendo di procedere con un’indagine per appropriazione indebita e il sequestro preventivo della somma ritenuta illegalmente sottratta. Il fascicolo si trova sul tavolo del pm monzese Alessio Rinaldi. A.V. non risulta avvocato ma ha davvero presieduto una onlus a favore delle vittime di omicidio stradale e sinistri gravi.
"L’ho conosciuto nel 2021 in un ristorante di Muggiò dove passavo per vendere i fiori – ha denunciato il 49enne che, come il connazionale, capisce e parla pochissimo l’italiano –. Mi ha chiesto il numero di cellulare dicendo che avrei potuto servirgli per delle traduzioni nella mia lingua". Nel 2022 il 49enne viene investito da un’auto a Monza. "Poco dopo essere arrivato al pronto soccorso vengo ‘magicamente’ contattato telefonicamente per una traduzione – si legge nella querela –. L’avvocato, saputo del ricovero, si è offerto di seguire la pratica per il risarcimento dei danni in cambio di una percentuale del 22%". Ma a incassare tutti i soldi dell’assicurazione non sono state le due vittime.
S.T.