Monza - All’inizio della pandemia, "quando eravamo sommersi di pazienti Covid dovevamo trovare un modo per migliorare la loro saturazione di ossigeno. Il casco Cpap ci ha dato una grande mano, ma si tratta di una tecnica che richiede un certo carico assistenziale, competenze specialistiche e non è tollerata per lungo tempo dai pazienti". Giuseppe Foti, direttore di Emergenza Urgenza all’ Asst Monza e docente di Anestesiologia alla Bicocca, e i clinici del San Gerardo hanno così deciso di applicare una tecnica, da anni consolidata in terapia intensiva nei pazienti sedati e intubati - la posizione prona – anche nei reparti ordinari.
E "l’effetto è stato immediatamente evidente: la saturazione di ossigeno migliorava in maniera molto vistosa e clinicamente significativa", permettendo di evitare, in molti casi, la rianimazione. Ma serve mantenere quella posizione almeno 8 ore. Difficile da sopportare, tanto che è stata pensata una soluzione alternativa, ribattezzata "la posizione del pensatore di Rodin", come la statua esposta nel museo parigino: "Il paziente si trova seduto a fianco del letto con le braccia e il tronco appoggiati sul materasso in maniera da assumere una posizione semiprona – spiega Foti -. Anche in questo caso si è osservato un rapido e significativo miglioramento della saturazione di ossigeno. E certamente potrebbe essere utilizzata anche a casa nelle fasi più precoci della malattia. Molti di noi assumono regolarmente la posizione prona durante il sonno. Ovviamente quello che non sappiamo è se tali tecniche potrebbero avere un effetto positivo sul decorso della malattia, ma vale la pena studiarne l’effetto".