Sant’Albino contro Asfalti Brianza: "Troppe emissioni fuori controllo"

La testimonianza del comitato di quartiere al processo al bitumificio

Sant’Albino contro Asfalti Brianza: "Troppe emissioni fuori controllo"

Sant’Albino contro Asfalti Brianza: "Troppe emissioni fuori controllo"

Dopo il no alla richiesta di oblazione perché lo smaltimento dei rifiuti non è mai stato completato - anzi la montagna di scarti è cresciuta, tanto che è stato aggiunto un nuovo capo di imputazione - entra nel vivo il dibattimento al Tribunale di Monza sui presunti reati ambientali che vede imputato il titolare di Asfalti Brianza. In aula sono stati sentiti l’ex maresciallo della polizia giudiziaria che ha svolto le indagini, i testimoni della difesa portati dai Comuni di Monza, Concorezzo, Agrate Brianza, Brugherio e dell’associazione Legambiente che si sono costituiti parti civili per ottenere un risarcimento dei danni dal titolare del bitumificio di Concorezzo.

Ma la testimonianza più pregnante è stata quella dei cittadini riuniti nel Comitato di quartiere Sant’Albino San Damiano, che hanno vissuto sulla loro pelle gli effetti di quello sversamento di rifiuti sospetti. Anche se al processo sono contestate le violazioni alle norme autorizzative e gestionali, non i presunti danni alla salute. "Abbiamo testimoniato sulla situazione di grave malessere prodotta dalle emissioni fuori controllo dell’azienda. Mesi senza sonno, costretti a stare tappati senza condizionatori al caldo soffocante di luglio e agosto 2019. Animali domestici che vomitavano e uccelli morti – sostiene il Comitato di cittadini – L’esplosione di segnalazioni nella sola notte fra il 2 e il 3 luglio 2020 quando finalmente sono stati effettuati controlli dei fumi al camino. Sulla base di tali rilevazioni Ats ha certificato che tali emissioni hanno superato di ben 40 volte il limite consentito per quanto riguarda il rischio tossicologico e di ben 30 volte per il rischio cancerogeno". Di fatto il dibattimento, per un procedimento penale che è stato avviato nel 2019 dalla Procura di Monza, non è mai partito perché la difesa aveva chiesto di essere ammessa all’oblazione. Ma i rinvii concessi da giudice non hanno portato ad alcun risultato. Quindi, seppur in gran ritardo, è partito il processo, che proseguirà a settembre e potrebbe concludersi già ad ottobre. Ora il rischio è che tutti i costi delle bonifiche non eseguite dalla società finiscano per pesare sulle tasche delle amministrazioni comunali, che per anni hanno ignorato la montagna che svetta da Asfalti Brianza. S.T.