Dove saranno i futuri mega-cantieri? E quali vie attraverseranno i camion? Quanta terra verrà movimentata e per quante ore al giorno? Quanta CO2 e polveri nocive verranno disperse dai camion? Sono tanti gli interrogativi che aleggiano sul "mostro di cemento e asfalto" di Pedemontana. Tanti punti, tanti dubbi, che i Comitati ambientalisti hanno messo insieme, cercando di coinvolgere più cittadini possibile: "Lo sai che impatto avrà sulla viabilità locale? E come impatterà il megasvincolo di San Giorgio? Verranno chiusi per sempre degli accesso della Valassina?". E ancora: "Lo sai che nell’area dell’ex quagliodromo di Desio sorgerà il cementificio per preparare i materiali per i lavori? E sai che sarà attivo 24 ore su 24?". Una serie di domande che i Comitati, che da anni si battono strenuamente per fermare l’opera, vogliono porre alla Società. E sulle quali stanno cercando di fare massa, per coagulare più persone possibile. "Probabilmente non lo sai - dicono i Comitati - perché nessuno sta informando i diretti interessati. Questa è la trasparenza di Pedemontana". Quindi, il Comitato di quartiere San Giorgio, il Coordinamento No Pedemontana, il circolo Legambiente “R.Giussani“ di Desio e il Comitato Suolo Libero hanno organizzato una raccolta firme, "per chiedere che Pedemontana si presenti davanti ai cittadini e spieghi cosa potrebbe accadere al territorio".
L’appuntamento è per oggi in piazza Conciliazione dalle 9.30 alle 16. La richiesta è quella di un confronto. La Società sta comunque lavorando per poter informare la popolazione, soprattutto in merito ai cantieri che andranno a toccare i terreni contaminati dalla diossina. Sono in lavorazione delle pubblicazioni specifiche sul tema e i tecnici saranno presenti agli incontri promossi dalle Amministrazioni comunali. Molte aree sono già state delimitate e recintate e si sta procedendo con le opere di cantierizzazione. Anche quella del quagliodromo di Desio, dove la battaglia delle associazioni che animavano la zona, è stata persa. A breve, dovrebbe essere organizzato un pranzo di addio, mentre le associazioni sono a caccia di un altro terreno dove potersi trasferire. Per trovare un’altra oasi di svago e aggregazione nella natura.
Alessandro Crisafulli