REDAZIONE MONZA BRIANZA

Scandalo polstrada, non si escludono patteggiamenti e riti abbreviati

All’udienza preliminare per i presunti illeciti commessi per corruzione dell’ex comandante Gabriele Fersini e di alcuni agenti

 

Fissata al 13 maggio l’udienza preliminare al Tribunale di Monza per i presunti illeciti commessi per corruzione dall’ex comandante della polizia stradale di Seregno Gabriele Fersini e da alcuni agenti. E non si esclude la richiesta di patteggiamenti e riti abbreviati. A chiedere i rinvii a giudizio sono stati i pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e Michela Versini. Era il dicembre del 2020 quando gli uomini della squadra di polizia giudiziaria del compartimento di polizia stradale di Milano hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare firmata dall’allora gip monzese Pierangela Renda.

Sotto accusa una serie di illeciti a carico di Fersini e di alcuni imprenditori brianzoli attivi nel settore edile eo della lavorazione e trasporto di materiali estrattivi al fine di eliminare o comunque ridurre nettamente il rischio di sanzioni amministrative nei confronti di questi ultimi che, in cambio, sponsorizzavano con somme di denaro la partecipazione ai campionati di go kart del figlio del pubblico ufficiale. Agli arresti domiciliari erano finiti Gabriele Fersini e gli imprenditori seregnesi Emilio Giussani, Ivano Santambrogio e Salvatore Prestifilippo, residente a Desio mentre all’obbligo di firma l’imprenditore Salvatore Rombolà. In carcere, anche per accesso abusivo a sistemi informatici, erano invece finiti altri due membri della ex polizia stradale di Seregno, Alessandro Masella, residente a Carate Brianza e Pasquale Ponticelli, residente a Seregno che, secondo l’accusa, collaborando illecitamente con l’avvocata Angela Mazzocchi, appartenente al Foro di Milano ma residente a Monza, lei posta ai domiciliari, le procacciavano soggetti intenzionati a proporre ricorso alle sanzioni elevate dal loro stesso ufficio per guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe, predisponendo anche le relative impugnazioni, pure approfittando delle informazioni contenute nel database del Ministero dell’Interno, ricevendo dalla legale una parte della parcella che l’avvocata si guadagnava. Nel ricorso al Tribunale del Riesame di Milano i giudici hanno però annullato per mancanza di gravi indizi di colpevolezza le ordinanze cautelari nei confronti degli imprenditori Giussani, Santambrogio e Rombolà e per mancanza di esigenze cautelari quella relativa a Salvatore Prestifilippo. Poi via via anche gli altri avevano ottenuto dalla gip la revoca o l’ammorbidimento delle misure cautelari.

A cinque mesi dalle ordinanze, tutti erano tornati in libertà. Il primo a essere riammesso al lavoro è stato Gabriele Fersini e poi anche i colleghi. Ora che i pm hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio ed è stata fissata l’udienza preliminare, probabilmente davanti alla gip Silvia Pansini, sarà quindi un’accesa battaglia sugli elementi della pubblica accusa, alla luce delle decisioni che a suo tempo hanno preso i giudici della libertà milanesi. Anche se qualche indagato minore già ipotizza di evitare il dibattimento e ricorrere a riti alternativi. Qualcuno anche di concordare la pena con i pubblici ministeri.

S.T.