STEFANIA TOTARO
Cronaca

"Se ci infettiamo non ci pagano". I giudici di pace incrociano le braccia

Nove magistrati onorari su 12 si asterranno dal 14 dicembre al 31 gennaio da tutte le udienze penali e civili, comprese le urgenze

I giudici di pace si occupano praticamente del 60% del contenzioso civile e penale

I giudici di pace si occupano praticamente del 60% del contenzioso civile e penale

I giudici di pace di Monza incrociano le braccia dal 14 dicembre al 31 gennaio per protestare contro la loro condizione di ‘invisibili’ senza alcuna tutela, anche in questi tempi di emergenza da Coronavirus. Nove su dodici magistrati onorari in servizio per la Giustizia monzese hanno aderito allo sciopero e si asterranno da tutte le udienze penali e civili, comprese le urgenze.

I giudici di pace protestano da anni contro il mancato riconoscimento dei più elementari diritti del lavoro, come previdenza, equo compenso, continuità fino all’età pensionabile, tutela della salute e della maternità e vogliono che la magistratura onoraria, a cui la magistratura di pace appartiene, costituisca un ordine investito di funzioni e poteri equivalenti e non una "magistratura serviente" come sono stati definiti in una recente riforma. I giudici di pace sono infatti giudici onorari, giudici senza toga, ma si occupano praticamente del 60% del contenzioso civile e penale e delle delicate questioni relative all’immigrazione clandestina, dopo che è stata aumentata la loro competenza per le materie e il valore delle cause. Per il loro lavoro vengono pagati ‘a cottimo’ e non hanno alcuna tutela se si devono assentare. Neanche se si mettessero in isolamento per il Covid, un rischio che ora ha reso il loro status di vulnerabilità ancora più evidente. Eppure lavorano per lo Stato e sono responsabili delle loro sentenze come i magistrati togati. I giudici di pace monzesi hanno dovuto affrontare anche il trasferimento dei colleghi di Desio a Monza dopo la soppressione della sede distaccata desiana, che ha moltiplicato a dismisura i fascicoli. E nonostante tutto questo, stanno riuscendo a combattere con successo contro l’arretrato. Le manifestazioni di protesta dei giudici onorari si stanno allargando in tutta Italia con astensioni, flash mob e a Palermo addirittura con tre giudici onorarie del Tribunale che da una decina di giorni stanno facendo lo sciopero della fame. Nel silenzio assoluto delle istituzioni giudiziarie e delle associazioni di magistrati.

Per esprimere "solidarietà e vicinanza" ai colleghi di Monza e Palermo questa mattina i giudici di pace di Roma e del Lazio, in contemporanea con altre città italiane, organizzano un flash mob davanti alla Corte di Cassazione. La magistratura onoraria "vive da anni una situazione di ‘caporalato di Stato’ - denunciano gli organizzatori della manifestazione - senza le garanzie di base garantite dalla Costituzione ad ogni lavoratore".

Il governo, sostengono ancora i giudici di pace, "non rispetta le direttive dell’Unione nè la giurisprudenza della Corte di Giustizia europea che ha equiparato le toghe onorarie per retribuzione e trattamento ai magistrati ordinari rischiando quindi la procedura d’infrazione a spese dei cittadini italiani. Confidiamo che con questa manifestazione davanti al Palazzo di Giustizia, sede anche di Anm, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, appena insediato, voglia farsi finalmente promotore e garante dei diritti costituzionali dei magistrati onorari italiani da troppi anni calpestati".