DARIO CRIPPA
Cronaca

Se il quadro diventa un vestito. La provocazione di Battiloro:: "L’arte è la mia seconda pelle"

Immortalato da decine di fotografi sotto la Galleria di corso Vittorio Emanuele a Milano. Il messaggio sulla schiena: "Non c’è solo la Moda: se vivi per i sogni altrui morirai due volte".

Se il quadro diventa un  vestito. La provocazione di Battiloro:: "L’arte è la mia seconda pelle"

Se il quadro diventa un vestito. La provocazione di Battiloro:: "L’arte è la mia seconda pelle"

"L’arte è la mia seconda pelle". E martedì, in occasione dell’apertura della Milano Fashion Week, Felice Battiloro, artista poliedrico di Monza, ha fatto di se stesso un’installazione artistica.

Ha preparato una sorta di lenzuolo con un grande volto femminile (il suo marchio), lo ha cucito di notte con l’aiuto anche di mamma Angela e lo ha indossato. "Una tela di cotone lunga 4 metri, quella su cui abitualmente dipingo le mie opere".

E partendo dalla sua minuscola bottega in via Bergamo, la B.Art Contemporary Art, si è presentato a Milano. Sotto la Galleria di Corso Vittorio Emanuele, in piazza Duomo, davanti alla sede della Caritas Ambrosiana.

Perché Felice Battiloro fa dell’arte un messaggio: non una protesta pura e semplice, anche se vigili e poliziotti lo hanno seguito inizialmente preoccupati, ma un contenuto.

Contro i luci e paillette del mondo della Moda, del lusso “a ogni costo”, Felice ha esposto la cosa più preziosa che ha: la propria arte.

Del resto, Felice Battiloro non ha mai nascosto le proprie fatiche, un passato burrascoso, tanta solitudine, la scuola fermatasi alla terza media. L’arte da autodidatta. I pennelli da imbianchino del padre utilizzati per dipingere e per scrivere la propria storia.

Il volto femminile appunto è il suo marchio di fabbrica, la sua bottega ne è piena. La provocazione la sua cifra stilistica, l’attenzione anche ai meno fortunati e ai più poveri (di qui il passaggio alla Caritas) un’urgenza: non per niente Felice Battiloro è famoso nella sua città di adozione per le campagne a sfondo sociale, ad esempio quella contro i writer che deturpano i muri fatta assieme agli agenti della Questura di polizia e fianco a fianco con i ragazzi autistici di Facciavista: lo scorsa primavera, di notte, aveva tappezzato i muri deturpati della città con 100 manifesti preparati assieme ai ragazzi di Facciavista. Perché l’arte è vita, l’arte aiuta a vivere meglio.

Una provocazione? Forse, ma non solo.

Dopo aver esposto in Italia e in Europa, Felice Battiloro si è guadagnato il riscatto da una vita a volte tropo agra.

Stavolta a dargli una mano, è arrivata la mamma, come ricorda lui con orgoglio

Il monito che aveva affidato alle pagine del nostro giornale qualche mese fa è ancora valido: "Non abbiate paura di abbracciare i vostri genitori, anche quando sembrano lontani è solo perché vivono in un’altra dimensione rispetto alla nostra".

Anche per mettere piede alla Fashion Week, non se ne è dimenticato: "Un’esperienza un po’ borderline - sorride - venivano tutti da me quando mi vedevano avvolto dalle mie tele, anche la polizia… temevano forse che avessi in mante qualcosa di avventato".

Non era così, era solo arte. Come il messaggio che compativa nel lenzuolo: "Se vivi per i sogni altrui, morirai due volte".