SONIA RONCONI
Cronaca

Aggressione shock al Liceo Parini: solidarietà alla professoressa colpita da uno studente

Seregno, il papà di una studentessa: “Soltanto gli allievi dell’ora successiva l’hanno vista piangere col volto sanguinante”. I ragazzi avrebbero voluto parlare subito dell’accaduto, ma il preside non l’ha ritenuto necessario

Seregno (Monza Brianza) – “Sono spiacente di comunicare che mercoledì 15 gennaio, al termine delle lezioni, una professoressa è stata aggredita da un suo alunno minorenne. La docente, in stato di choc, è stata accompagnata al pronto soccorso da una collega”. E tre giorni dopo “i genitori del ragazzo hanno ritirato il figlio dalla frequenza scolastica”. Mentre la prof aggredita è a casa. “Dicono che non se la senta più di tornare a scuola. Almeno per adesso”, raccontano gli studenti del liceo di scienze umane Parini di Seregno.

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Uno dei volantini

L’aggressione è avvenuta in una classe terza della succursale di viale Tiziano. Dopo giorni di invito al silenzio, è lo stesso dirigente scolastico, Gianni Trezzi, a ricostruire quanto successo con un messaggio inviato agli studenti e ai docenti. Non è ancora chiaro cosa abbia scatenato l’aggressione, ma lo studente, verso le 13.10, quando si è ritrovato da solo in classe con la professoressa, l’avrebbe colpita con un pugno e uno schiaffo.

“La famiglia è profondamente dispiaciuta per l’accaduto, ha chiesto scusa alla docente (che al momento non risulta abbia presentato denuncia, ndr)”, riferisce il dirigente scolastico. Che per domani ha convocato “un consiglio straordinario della classe in cui era inserito il ragazzo. I docenti potranno confrontarsi sull’accaduto e su come affrontare la sua rielaborazione, sia per gli alunni, sia per gli adulti”.

Anche se già nelle ore successive all’aggressione gli studenti si erano mobilitati per chiedere al preside di fare chiarezza. “A scuola non si parlava d’altro e avremmo voluto un incontro immediato, ma il preside ci ha detto che non era necessario – racconta Ouail Baktaoui, rappresentante degli studenti –. Eppure tra gli studenti e anche i professori c’era molta preoccupazione”.

Ne hanno parlato fra di loro, i ragazzi. E anche con i docenti e in famiglia. “Mia figlia ha detto che si sono sentiti in colpa perché non si sono accorti che al termine dell’ora quel loro compagno non era uscito dalla classe – riferisce il papà di una studentessa della classe in cui è avvenuta l’aggressione –. Solo gli allievi che sono entrati l’ora successiva hanno visto l’insegnante con il volto sanguinante che piangeva e c’era dell’acqua sul pavimento. Sono rimasti tutti sotto choc e sono corsi a chiedere aiuto”.

Un’aggressione apparentemente inspiegabile. Contro una docente ben voluta da tutti. Tanto che ieri mattina “abbiamo voluto tappezzare i muri dei corridoi della scuola con pensieri rivolti alla prof, creando una sorta di ’muro’ contro la violenza”, continua il rappresentante degli studenti. Perché “per noi è un privilegio averla come professoressa, non solo da un punto di vista didattico, ma anche umano”, hanno scritto i ragazzi. “Le siamo vicini prof, ci manca e l’aspettiamo presto”. Anche perché “la scuola non è la stessa senza di lei”.

I suoi studenti ogni giorno chiedono informazioni sulle sue condizioni, alle altre professoresse e alla segreteria della scuola: “Ci hanno detto che dallo spavento non parla più, pare non risponda nemmeno alle colleghe”. Loro sperano “che possa ritrovare l’amore per la sua passione: l’insegnamento”. Purtroppo, ricorda uno dei messaggi appesi su una vetrata della scuola, “ci sono eventi che non dovrebbero mai accadere, gesti che lasciano segni importanti e dolorosi. Non è possibile ignorare un fatto così, una ferita che riguarda anche tutti noi. Prof, non è sola. Qui avrà sempre un gruppo di studenti che la stima e la supporta”.