Seregno (Monza Brianza) – Non si parla d’altro dentro e fuori dal Liceo di scienze umane Parini di Seregno, dove un’insegnante è stata aggredita da un alunno minorenne mercoledì scorso. Non è chiaro cosa abbia spinto il ragazzo a colpire con un pugno e uno schiaffo al viso la docente al termine delle lezioni, quando in classe erano rimasti soltanto loro due. La vittima, che vive nel milanese, ancora non parla per lo choc e non risultano denunce.
“La famiglia dello studente è profondamente dispiaciuta per l'accaduto e ha chiesto scusa alla professoressa - ha detto il dirigente scolastico Gianni Trezzi –, ritirando il figlio dalla scuola. Questo solleva il preside da molte responsabilità. Di fatto con la mail già pubblicata sul nostro quotidiano, aveva chiesto ai ragazzi di non parlare e non diffondere la notizia. I ragazzi hanno scambiato messaggi in chat e ognuno ha espresso la sua opinione. Ma sono sgomenti del fatto che sono stati invitati a fare silenzio”. Spiega un padre: ”I ragazzi hanno espresso vicinanza alla loro amata insegnante con tanti messaggi nella speranza che lei torni da loro. Per loro è stata un’esperienza traumatica, perché è stato scelto il silenzio. Hanno avuto il coraggio di ribellarsi con grazia. Sono orgoglioso di mia figlia”.ù
La riflessione
Riccardo Boscolo, presidente della Consulta Provinciale degli studenti di Monza e Brianza, esprime solidarietà alla professoressa vittima di aggressione al Liceo Parini di Seregno. “Un episodio di violenza che colpisce profondamente tutta la comunità scolastica e impone una seria riflessione sul disagio giovanile e sulla sicurezza all’interno delle scuole. La scuola non può e non deve essere teatro di violenza. Ogni individuo che la vive, dagli alunni agli insegnanti, deve sentirsi protetto e valorizzato. È inaccettabile che simili episodi possano compromettere la fiducia verso un ambiente che dovrebbe rappresentare il primo nucleo di formazione e crescita della società”.
Quanto accaduto evidenzia, ancora una volta, la necessità di affrontare con urgenza il disagio giovanile, fenomeno complesso e diffuso che deve essere affrontato con un lavoro congiunto di studenti, docenti, famiglie e istituzioni. Solo attraverso un dialogo aperto e costruttivo sarà possibile comprendere le cause profonde di questi comportamenti e prevenirne la ricorrenza, garantendo il benessere di tutti i membri della comunità scolastica. Conclude il presidente della Consulta Provinciale: ”È importante che gli studenti possano riflettere su questo tema, approfondendo le cause e le conseguenze di episodi di violenza come quello accaduto. Discussioni e assemblee rappresentano strumenti fondamentali per favorire il confronto e la comprensione delle difficoltà che emergono all’interno della comunità scolastica. Garantire agli studenti la possibilità di riunirsi, confrontarsi e proporre soluzioni non significa solo tutelare un loro diritto, ma anche promuovere un percorso educativo basato sul dialogo e sul vivere democratico”. Anche le forze politiche si stanno mobilitando per poter incontrare l’insegnante vittima di violenza.