Seregno (Monza e Brianza), 20 Novembre 2024 - "Appare evidente la gravità della colpa del medico, lo scarto marcato, nettissimo e inescusabile delle sue condotte dalle regole - per certi versi le più elementari - della scienza medica". Queste le motivazioni per cui il giudice del Tribunale di Monza Carlo Ottone De Marchi ha condannato a 16 mesi di reclusione, seppur con la pena sospesa e la non menzione della condanna sul certificato penale, il chirurgo estetico con studio a Seregno Maurizio Cananzi per la morte, dopo 32 minuti di arresto cardiaco all'arrivo del 118 e 3 mesi in coma, di Maria Teresa Avallone, che voleva sottoporsi ad un trattamento per il sollevamento dei glutei.
Il medico, intervenuto "senza l’ausilio di un secondo operatore, come imposto, oltre che da generali norme di cautela, in forma specifica dalla legislazione - sostiene il giudice nelle motivazioni della sentenza - non ha adeguatamente affrontato l'emergenza cardiaca utilizzando il defibrillatore e non ha praticato un massaggio cardiaco adeguato senza procedere all’ossigenazione della paziente ed effettuando compressioni poco efficaci e in una posizione non corretta, come peraltro indicato dall'operatrice del 118 intervenuta. Si tratta di violazioni che denotano una certa negligenza ed imperizia da parte del dottor Cananzi, il cui comportamento si è notevolmente discostato dalle linee guida di riferimento previste nei protocolli di rianimazione e del mancato rispetto di regole che devono necessariamente far parte del patrimonio conoscitivo di ciascun medico e a maggior ragione di un medico che si occupa da solo di interventi di piccola chirurgia che prevedono la somministrazione di anestetici locali". Il medico nega che il defibrillatore sarebbe servito e ha presentato contro la condanna il ricorso in appello, che verrà discusso a dicembre.
La vittima, 39enne, impiegata all'ufficio accettazione dell’ospedale San Raffaele di Milano e residente a Desio, si era recata il 5 marzo del 2019 nello studio medico per il trattamento in day hospital. Non era la prima volta che si sottoponeva a piccoli ritocchi, anche con somministrazione di anestesia locale. Ma quel giorno, secondo la ricostruzione della vicenda giudiziaria, pochi minuti dopo l'anestesia, la donna è andata in arresto circolatorio dopo una crisi convulsiva di tipo epilettico come reazione rara ad un dosaggio regolare di anestetico.