SONIA RONCONI
Cronaca

Seregno, studente minorenne colpisce ripetutamente in faccia la prof: “Era una maschera di sangue, non insegnerà più”

L’aggressione è avvenuta al liceo Parini durante un cambio d’ora. Il preside ha riferito che l’allievo è stato ritirato da scuola. I compagni hanno tappezzato l’istituto con messaggi di solidarietà: “Prof le vogliamo bene, torni da noi”

Seregno – Il fattaccio che ha lasciato senza parole allievi, genitori e insegnanti è accaduto alle 13.10 di mercoledì in una classe di uno dei tre plessi del liceo Parini di Seregno. Quando i ragazzi sono usciti per il cambio d’ora, uno di loro, “lo strano” lo chiamano i compagni, poiché arrivato quest’anno, ripetente e sempre isolato, è rimasto in classe. Appena gli allievi sono rientrati in aula hanno notato il giovane correre via. La professoressa era in uno stato pietoso, piangeva ed era sporca di sangue al volto. I ragazzi hanno quindi chiamato un’altra insegnante, che l’ha soccorsa e accompagnata al pronto soccorso, dove le hanno suturato le ferite.

Secondo quanto rilasciato da diversi studenti e da una dichiarazione del responsabile del Consiglio d’Istituto, il giovane avrebbe dato un pugno in pieno volto e poi un sonoro schiaffo, quindi sarebbe scappato. La vittima ora è a casa, ma dallo spavento non ha ancora recuperato la voce. I colleghi dicono che non risponde al telefono e che non vuole più insegnare.

Il plesso del liceo Parini in viale Tiziano, a Seregno
Il plesso del liceo Parini in viale Tiziano, a Seregno

“A scuola abbiamo paura”

“L’accaduto non è passato inosservato, sia dagli alunni ancora presenti a scuola quel giorno, sia dai colleghi della vittima”, ha riferito al Giorno il rappresentate d’istituto, che ha avuto il coraggio di portare all’attenzione di tutti questa storia. “Ad oggi – ha aggiunto – a scuola non si parla di altro ed è stato palesato un sentimento di paura dai ragazzi ma soprattutto dai professori, che hanno il timore che questo possa accadere di nuovo. In data 18 gennaio ancora nessun provvedimento era stato preso dalla dirigenza, proprio per questo gli alunni hanno chiesto di poter convocare un’assemblea straordinaria per poter parlare dell’accaduto. Tale richiesta però è stata negata dal preside (Gianni Trezzi, ndr), che la riteneva non necessaria”.

“Tuttavia – ha concluso – gli alunni sono testimoni di frasi dette dai professori, che mostrano il loro timore. Per questo abbiamo deciso, per esprimere vicinanza alla professoressa vittima dell’aggressione, di scrivere pensieri verso di lei, stamparli in larga scala, e successivamente incollarli sui muri dei corridoi e delle aule, costituendo un vero e proprio ‘muro’ contro la violenza”.

Altri messaggi di sostegno affissi dagli alunni del liceo Parini
Altri messaggi di sostegno affissi dagli alunni del liceo Parini

Il messaggio del preside

Lunedì mattina, dopo tanta attesa, il preside Trezzi è sceso alla sede principale di via Gramsci e al Giorno ha detto: “Data la situazione alquanto delicata preferisco non dire nulla”. Ma verso le 12 ha inviato ai ragazzi della classe un messaggio che descrive i fatti e ha aggiunto: “Sabato 18, al termine di un colloquio, i genitori hanno ritirato il figlio dalla frequenza scolastica. Per mercoledì 22 è stato convocato un Consiglio di classe straordinario durante il quale i docenti potranno confrontarsi sull’accaduto con il ragazzo e su come affrontare la sua rielaborazione, per tutti. Considerata la delicatezza del caso si raccomanda la riservatezza, soprattutto sui social e nei confronti di persone estranee alla scuola”.

Il messaggio inviato dal dirigente scolastico del liceo Parini
Il messaggio inviato dal dirigente scolastico del liceo Parini

Il coraggio di raccontare

“Sembra che la nostra professoressa non tornerà più a insegnare”,  spiegano delle studentesse dispiaciute. “Pare che neppure risponda al telefono delle colleghe. Questa mattina abbiamo tappezzato gli spazi della nostra scuola con manifesti per essere vicini alla nostra insegnante di scienze umane. Il nostro è un appello: vogliamo che torni, lei è bravissima”.

“Meno male – che detto un’insegnate – che i ragazzi hanno avuto il coraggio di raccontare all’esterno questo fatto di violenza. Non è possibile avere questo clima di omertà. Certi fatti vanno denunciati. Anche gli insegnanti devono sentirsi tutelati, non solo gli studenti. Dov’è finito il rispetto?”.

Uno dei messaggi appesi a scuola dagli studenti in segno di solidarietà verso l'insegnante aggredita
Uno dei messaggi appesi a scuola dagli studenti in segno di solidarietà verso l'insegnante aggredita