SONIA RONCONI
Cronaca

Seveso, simbolo di riscatto: la rinascita dopo il disastro Icmesa. Dalla tragedia ambientale a modello di sviluppo green

Il 10 luglio 1976 l’incidente e le terribili conseguenze della nube tossica di diossina. Da quel momento è partito un percorso di sostenibilità culminato nel Bosco delle Querce

Seveso è una città che ha fatto della resistenza il suo marchio di fabbrica e ora si proietta nel futuro In alto Villa Dho all’Altopiano, sotto la stazione

Seveso è una città che ha fatto della resistenza il suo marchio di fabbrica e ora si proietta nel futuro In alto Villa Dho all’Altopiano, sotto la stazione

Seveso (Monza e Brianza), 29 marzo 2025 –  Seveso è una città unica, un simbolo di resilienza e riscatto. I suoi abitanti hanno dimostrato al mondo la possibilità di trasformare una tragedia in un’opportunità.

Il 10 luglio 1976 all’Icmesa è esploso un reattore che ha provocato una nube tossica
Il 10 luglio 1976 all’Icmesa è esploso un reattore che ha provocato una nube tossica

Dopo il disastro causato dall’incidente dell’Icmesa, Seveso ha intrapreso un percorso di sviluppo sostenibile, culminato nella creazione del Bosco delle Querce nel 1983. Dal 10 luglio 1976, data del disastro ambientale, la città ha affrontato le conseguenze della nube tossica di diossina. Seveso, grazie alla forza dei suoi abitanti, è diventata un punto di riferimento globale, segnando uno spartiacque nella storia.

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L’incidente Icmesa ha ridefinito il rapporto tra sviluppo industriale e rispetto per l’uomo e l’ambiente. Seveso offre diversi luoghi ricchi di fascino da visitare: il Santuario di San Pietro Martire, Villa Bianca, la Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso, il Santuario della Beata Vergine Immacolata (Baruccana) e l’Oratorio di San Benedetto (Meredo). Spazio anche alla natura. C’è il parco di Villa Dho all’Altopiano, che offre sentieri e una varietà di specie arboree, accessibile da via Cacciatori delle Alpi o da via dei Castagni. C’è poi il Bosco delle Querce nato dopo l’incidente Icmesa: è un parco di oltre 44 ettari realizzato sopra le vasche di contenimento dei materiali contaminati. Si possono trovare olmi campestri, carpini bianchi e farnie. Gli ingressi sono da via Ada Negri o da via Redipuglia. Infine il Parco delle Groane, il territorio di Seveso è attraversato dalle piste ciclabili 27 e 34, con accessi da via Eugenio Barsanti (itinerario 27) e dall’incrocio tra via Gorizia e via Pordenone (itinerario 34). Sul fronte viabilità e infrastrutture, Seveso è servita dalla stazione Nord e dallo scalo nella frazione Baruccana. La superstrada Milano-Meda costeggia la città. Da giugno a settembre, una tensostruttura in via Redipuglia ospita inoltre attività ricreative organizzate dalle associazioni locali, con cucina, bar e intrattenimento.

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“Gli aspetti negativi di Seveso? Senza dubbio la viabilità. I tre passaggi a livello bloccano la circolazione - racconta Mauro Matta -. È un problema che si trascina da anni. Manca poi un vero centro che possa dare un’idea di “salotto”. Tra le cose positive c’è la vivacità delle tante associazioni presenti in città, in particolare la Pro Loco. Si organizzano parecchi eventi durante l’anno. Seveso ha tutte le potenzialità per essere un città molto più attrattiva di quanto è adesso, bisogna solo imparare a remare tutti nella stessa direzione”. Marzia Redaelli, da poco diventata mamma, vive a Seveso dal 2021: “Apprezzo molto il senso di comunità che vedo soprattutto nel quartiere San Pietro. Mancano però i parcheggi per i residenti, soprattutto nel mio rione. Qui vicino c’è la stazione, oltre alle scuole, per questo motivo servono i posti auto dedicati, altrimenti rischiamo di prendere troppe multe. Infine sento la mancanza di infrastrutture ciclopedonali adeguate: avere percorsi protetti aiuterebbe a connettere i quartieri e porterebbe benefici al commercio locale”.