DARIO CRIPPA
Cronaca

Sfrattati dal rudere a pezzi, viaggio fra i 50 sfollati di via Amatore Sciesa: “Il tetto ci ha travolto”

Monza, un vecchio cascinale riadattato in appartamenti rischiava il crollo. L’amministratore: “Siamo subentrati da poco, forse abbiamo salvato delle vite”

Gli agenti della polizia locale davanti allo stabile di via Sciesa a rischio crollo

Gli agenti della polizia locale davanti allo stabile di via Sciesa a rischio crollo

Monza – La via Amatore Sciesa è pressoché invisibile. Un minuscolo budello che si infila in un meandro fra viale Ugo Foscolo e via Silvio Pellico, e si apre su una piccola corte con vecchi cascinali, da antica corte lombarda, riadattati ad abitazioni da almeno un secolo.

Alcune sono abbastanza moderne e ben tenute, l’edificio centrale no. Densità abitativa altissima. E in mezzo, il cascinale a due piani più grande, quello principale, è stato sgomberato venerdì pomeriggio da una task force a cui hanno prestato opera polizia locale, vigili del fuoco, protezione civile, Areu. I muri dell’edifico sgomberato appaiono gravemente ammalorati, le minime norme edilizie di sicurezza disattese, tanto per fare un esempio il parapetto del ballatoio è bassissimo, decisamente meno del metro obbligatorio per impedire salti nel vuoto, appoggiate contro la ringhiera ci sono però diversi bambini. Basta poco per cadere e precipitare per un’altezza di almeno sei o sette metri.

L’unica cosa a non mancare sono le antenne. “I pezzi di cornicione e di intonaco cadevano già da un po’ di tempo, abbiamo preso questa casa in gestione sei mesi fa e ci siamo resi conto dei pericoli” racconta Mauro Saladini, accomandatario dello stabile di via Sciesa per conto dello Studio Immobiliare Rosa. “La situazione andava affrontata da tempo, anche tre giorni fa abbiamo avuto una riunione con alcuni degli abitanti e all’ennesima segnalazione di crolli sulla strada di sotto, abitualmente battuta da biciclette ma anche automobili, abbiamo deciso che non si poteva andare avanti così. Abbiamo chiamato i vigili del fuoco. Mi dispiace per la situazione che si è venuta a creare ma non potevo prendermi la responsabilità che prima o poi accadesse una tragedia. Forse abbiamo salvato delle vite umane”.

È stata proprio una relazione dei vigili del fuoco a concludere che la struttura era inagibile per motivi statici. Traduzione, era a rischio urgente di crollare. E così venerdì pomeriggio è partito lo sgombero. Nel caseggiato vivono una cinquantina di persone. Venticinque le unità abitative, per due terzi affittuari. Molti stranieri. La maggior parte hanno trovato una sistemazione di fortuna presso amici o parenti. Più problematica la situazione per gli stranieri, chi non ha trovato un alloggio temporaneo è ospitato – per almeno due notti – nella palestra della scuola primaria Dante Alighieri, in via XX Settembre, a due passi dal Comando della polizia locale, dalla Croce rossa e dalla caserma dei carabinieri. Nei prossimi giorni occorrerà trovare una soluzione stabile, anche perché i tempi si fanno lunghi. Difficilmente la casa di via Sciesa tornerà agibile rapidamente, occorrono lavori di ristrutturazione massicci e costosi prima di poter ottenere l’abitabilità.

“Vengo dal Perù e ho 4 figli. Una grande è in Sudamerica, la seconda che ne ha 24 vive a Monza da 4 anni e da due anni l’abbiamo raggiunta anche mia moglie, io e gli altri due bambini piccoli” racconta Miguel A. Fattezze da indios, si arrangia a fatica con la lingua italiana e lavora duro per assicurare un futuro alla sua famiglia. Forse, lo troverete a lavarvi la macchina senza immaginare cosa stia passando. “Lavoro in un autolavaggio ma il contratto fra un po’ scade e dovrò trovare qualcos’altro, mia moglie fa le pulizie”. Assieme, sono stati travolti da una situazione inimmaginabile. “Io stavo al secondo piano, qualche giorno fa un pezzo di tetto è caduto nella casa del mio vicino”. Una casa che va a pezzi (“pagavo un affitto di 700 euro al mese”) e l’urgenza di trovare un altro alloggio nelle prossime ore.