Brugherio (Monza e Brianza), 14 Novembre 2024 – “Mi ha preso per i capelli in cortile e mi ha rotto in faccia una tazzina del caffè, trascinandomi a terra insieme a lei. Cadendo ho visto nel finestrino di un’auto che avevo la faccia aperta in due”. Uno sfregio permanente che ancora adesso, a distanza di due anni dai fatti, avrebbe fatto perdere la sensibilità alla parte destro di viso e denti a una quarantottenne di origini romene, L.D., che abita nelle case Aler di Brugherio. Come la donna, C.S., coetanea italiana sua vicina di casa, che l’ha aggredita il 4 ottobre del 2022 mentre si trovava agli arresti domiciliari in un’abitazione sul suo stesso pianerottolo.
Ora, C.S., detenuta in carcere, deve rispondere dei reati di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, atti persecutori e anche evasione dai domiciliari, in un processo al Tribunale di Monza dove la vittima si è costituita parte civile insieme anche alla figlia adolescente con cui vive e con cui avrebbe patito i presunti soprusi dell’imputata, presente in aula insieme al suo avvocato.
“All'inizio i rapporti di vicinato erano buoni, poi una notte è venuta alle due a bussare alla porta perché voleva un caffè e una sigaretta e le ho detto di non permettersi di farlo mai più”, ha raccontato L.D. davanti ai giudici. “Da allora ha iniziato a insultarmi e minacciarmi dicendomi torna in Romania, ti butto l’acido in faccia, in cantina ho una pistola ti ammazzo quando voglio, ti faccio violentare tua figlia. Una vicina l’ha vista fuori dalla porta di casa con un coltello in mano”.
La situazione era già precipitata a Capodanno 2019 quando erano intervenuti i carabinieri ed erano iniziate a partire le denunce. La figlia verrà sentita nella prossima udienza a dicembre. Interrogate, due vicine di casa delle donne hanno tentato di minimizzare i cattivi rapporti di vicinato, ma è emerso che nel palazzo avevano firmato una lettera ad Aler per allontanare l’imputata.