DARIO CRIPPA
Cronaca

Sgombero all’amianto. Centro sociale sloggiato: sit-in sotto il municipio

Blitz dopo appena 5 giorni per mettere in sicurezza gli edifici ammalorati. Gli antagonisti protestano contro la militarizzazione della città e del Comune.

Sgombero all’amianto. Centro sociale sloggiato: sit-in sotto il municipio

Stavolta l’occupazione è durata cinque giorni.

È stato già sgomberato a tempi record il nuovo centro sociale Boccaccio in via Val D’Ossola 4.

Per la presenza di amianto. La stessa ragione che dopo il nubifragio di luglio aveva portato allo sgombero dell’ex deposito di autobus in via Timavo 12.

Alle 6 circa di martedì mattina, gli agenti della polizia di Stato della Questura di Monza e della Brianza sono intervenuti in forze presso la nuova area occupata. Obiettivo, "consentire la messa in sicurezza da parte dei proprietari, in considerazione dell’ammaloramento degli edifici oltre che per la presenza di amianto".

L’attività si è resa necessaria nuovamente – fanno sapere dalla Questura – proprio in considerazione delle condizioni strutturali del nuovo sito individuato come sede del centro sociale, "già cristallizzate in una relazione tecnica, realizzata dalla stessa proprietà", e che è stata messa a disposizione della Questura all’atto della richiesta di assistenza per la messa in sicurezza dell’area, al fine di eliminare i rischi per pubblica incolumità oltre che per gli stessi occupanti.

I ragazzi del centro sociale hanno prima tentato di chiedere aiuto sui social, chiamando a una mobilitazione per "una colazione anti sgombero", ma hanno presto mollato la presa: ormai lo sgombero era stato fatto con camionette, Digos e un’autoscala dei pompieri. E hanno replicato duro: "È stato possibile appurare ancora una volta lo strumentale utilizzo della scusa del cosiddetto “ammaloramento” degli edifici e della presenza di amianto per procedere allo sgombero, assistendo quindi a una sorta di replica di quanto avvenuto in via Timavo 12. Questo ritornello suona ormai ridicolo: in vent’anni di storia abbiamo sempre dimostrato la capacità politica e organizzativa necessaria a trasformare spazi dismessi in luoghi sicuri e, allo stesso tempo, pulsanti di attività, mettendo in campo competenze ed energie per prenderci cura degli spazi occupati: via Val d’Ossola è stato solo l’ultimo esempio di questo percorso, con i primi giorni di occupazione che hanno visto decine di monzesi sporcarsi le mani per innescare il processo di autorecupero".

Poi, la scontata stigmatizzazione dell’operato della polizia, del Governo di destra e persino delle Giunta di centrosinistra di Monza. Accusata di essere "completamente scollegata dalle esigenze del tessuto sociale cittadino, in primis della sua componente giovanile, continuamente repressa e controllata attraverso politiche iper-securitarie". "Una Giunta Comunale incapace di esprimere un pensiero sugli sgomberi avvenuti questi mesi e che nasconde le proprie responsabilità dietro una delega “tecnica” alla Questura" la reprimenda. Solidarietà agli antagonisti è arrivata da Giovanna Capelli, candidata dell’Unione Popolare alle prossime elezioni suppletive del Senato nel Collegio brianzolo.

Intanto il Boccaccio ha organizzato per questa sera, a partire dalle 18.30, un’assemblea pubblico sotto le finestre del Municipio. In piazza Trento e Trieste. "Portiamo in piazza le nostre istanze e costruiamo insieme risposte adeguate al grave clima repressivo in atto".

Intanto sull’ex lattoniera occupata in via Val D’Ossola 4, restano un paio di scritte. Gli immancabili slogan “antifa” e “Fuoco alle galere“ e un inedito, minuscolo adesivo: "Brigate Tosse". Un po’ di ironia non guasta.