Giorgio Guaiti
Sette giocatori della Juventus rischiano una multa per aver raggiunto le rispettive Nazionali senza aspettare il secondo tampone di controllo: 400 euro a testa. Somma che peserà sul loro bilancio familiare più o meno quanto il salasso di un paio di euro sulle finanze di un normale lavoratore. La medesima cifra (aumentabile fino a mille euro) è anche l’importo della multa prevista per chi viene meno all’obbligo di usare le mascherine di protezione all’aperto: una bella botta per il portafoglio di qualsiasi Vnp (nel senso di Very normal person). Soprattutto nel caso di giovani pizzicati a godersi la movida a volto scoperto. Un’eventualità non particolarmente remota, se è vero che molti dei nuovi positivi sono giovani e che i dati nazionali sull’impatto scolastico del virus lasciano ragionevolmente tranquilli: non più di duemila casi su oltre 8 milioni di frequentatori delle aule, dove si punta a ridurre ogni rischio escogitando barriere e controlli considerati da molti anche troppo severi. Così, mentre in classe si pensa perfino a telecamere intelligenti e a braccialetti elettronici per verificare il rispetto delle distanze di sicurezza, resta il problema di come tenere d’occhio i movimenti di giovani e meno giovani fra strade e piazze. Un compito ovviamente affidato alle Forze dell’ordine, che però difficilmente avranno personale sufficiente per garantire tutti i controlli necessari. Per avvicinarsi all’obiettivo si potrebbe pensare ad un maggiore impiego dei militari, ora utilizzati soltanto in minima parte. In una situazione sempre più preoccupante e di fronte a comportamenti poco ragionevoli la vigilanza e il deterrente delle contravvenzioni risulteranno fondamentali. E l’Esercito potrebbe fare, egregiamente, la sua parte.