Lentate Sul Seveso, 23 ottobre 2023 – «Simone non si è impiccato, ma è stato ucciso e avrebbe anche tentato di difendersi". Sono passati quasi 3 anni dalla morte di Simone Mattarelli, il 28enne di Lentate sul Seveso che il 3 gennaio 2021 venne trovato impiccato all’interno di un’azienda di riciclaggio del vetro a Origgio dopo che nella notte, alla guida di una Bmw, non si era fermato all’alt dei carabinieri ed era stato lungamente inseguito. La Procura di Busto Arsizio non ha accolto la richiesta presentata dai familiari del giovane di riaprire le indagini dopo che il caso è stato archiviato come suicidio. Ma i genitori e il fratello di Simone non si danno per vinti e, insieme all’avvocata Roberta Minotti e alla criminologa Roberta Bruzzone, continuano a scavare tra i reperti prelevati dopo il decesso e non analizzati dalla Procura, convinti che il 28enne non si sarebbe mai suicidato.
Perché era stato assunto a tempo indeterminato come gommista, stava per andare a convivere con la storica fidanzata e aveva pure ricevuto una cospicua eredità dopo la morte del nonno. I nuovi accertamenti riguardano l’esame del Dna dai tamponi eseguiti sotto le unghie di Simone e l’analisi delle urine. "A nostro parere Simone ha tentato di difendersi e quindi dall’analisi dei campioni potrebbero emergere degli elementi rilevanti - spiega l’avvocata Minotti - Vogliamo anche analizzare le urine per comprendere il quantitativo di cocaina presente, dato che la Procura sostiene che il suicidio sia stato una conseguenza della fase depressivo-maniacale che subentra alcune ore dopo l’assunzione di sostanze, ma a nostro parere Simone in quel momento non era ancora in quella fase, era sotto l’effetto eccitante della droga".
I consulenti di parte si sono già messi al lavoro e tra una settimana già ci potrebbero essere i risultati. Questi non sono gli unici approfondimenti che, secondo la legale, potevano essere svolti per chiarire la vicenda in tutti i suoi contorni. "Avevamo chiesto di fornirci un elenco di tutti i dipendenti della ditta in cui è stato trovato Simone che erano al lavoro quella notte, ma non ci è stato dato; di identificare la persona immortalata dalle telecamere nell’area industriale, ma non è stato fatto; di poter entrare nell’azienda, ma non ci è stato concesso - conferma l’avvocata Minotti - Queste verifiche avrebbero potuto darci delle risposte. Inoltre ci chiediamo come mai sono stati scaricati solo alcuni video delle telecamere dell’azienda escludendone altri che avrebbero permesso di verificare chi vi fosse entrato. E come mai si sono accese improvvisamente le luci della ditta ben prima che avvenisse il ritrovamento ufficiale del corpo di Simone".
Nella richiesta di riapertura delle indagini già bocciata la criminologa Roberta Bruzzone aveva messo in evidenza l’omessa segnalazione di una emorragia addominale nell’autopsia (che ha portato alla denuncia del medico legale) e l’assenza di tracce di sangue sulla cintura stretta al collo, nonostante Simone Mattarelli perdesse sangue da una mano e avesse il viso sporco di sangue. Secondo il Pubblico Ministero, invece, l’assenza di tracce di sangue sulla cintura deve ritenersi una circostanza "neutra" dato che "sulla cintura c’erano tracce biologiche solo di Simone Mattarelli". Il fascicolo penale contro ignoti per istigazione al suicidio è stato chiuso sostenendo inoltre che la sola presenza di "impronte lasciate da piedi scalzi" nel tragitto che ha portato a rinvenire il corpo senza vita e non anche segni di trascinamento è la chiave della vicenda, mentre per le lesioni sul corpo "è ragionevole ritenere che se le sia procurate mentre scavalcava la recinzione dell’area industriale, peraltro sotto l’effetto della cocaina".