Agrate (Monza e Brianza) – La crisi del chip e gli investimenti di St, il colosso italiano del settore con base ad Agrate, 5mila addetti in città. Neppure la società legata allo Stato, numero uno in Italia nei circuiti elettronici e fra i primi al mondo, è esente dalla tempesta che investe la domanda. E i sindacati temono le conseguenze della situazione. Oggi, i delegati Fim e Fiom chiederanno alla direzione di spiegare "le ultime scelte strategiche che avvantaggerebbero i partner francesi". Tutto ruota attorno alle produzioni di wafer di silicio da 300 millimetri che secondo i metalmeccanici "favorirebbero i poli d’Oltralpe, a scapito di Agrate, per via del disimpegno sui 200 millimetri".
"Le voci di un ridimensionamento si rincorrono e se ci fosse una conferma, si aprirebbe una fase molto critica per il sito brianzolo con conseguenze negative anche sui livelli occupazionali". L’incontro di stamane, fissato da tempo, si arricchisce così di un punto all’ordine del giorno: "C’è da chiarire il futuro di via Olivetti".
"Da tempo – spiegano i metalmeccanici – denunciamo lo spostamento dell’asse manageriale verso la parte francese. Non accetteremo che decisioni di lungo termine danneggino gli impianti in Italia, in particolare in Brianza. Qui, il livello di investimenti in Ricerca e Sviluppo non è più adeguato a tenere il passo con l’agguerrita concorrenza internazionale. Queste scelte non possono stare solo nel perimetro aziendale, c’entra anche il governo, azionista paritario insieme al governo francese del gruppo".
Per Fim e Fiom una cosa è certa: " Non dovranno essere i lavoratori di Agrate a pagare il prezzo di una situazione finanziaria molto ridimensionata rispetto a un anno fa. Anzi, il loro impegno, determinante finora, continuerà a esserlo – sottolineano –. Iil quadro attuale è frutto dell’andamento del mercato e degli orientamenti del management che non solo non è stato in grado di distinguere una bolla da una crescita strutturale, ma che ha adottato riorganizzazioni che sembrano temerarie".
C’è già chi ha ventilato l’ipotesi di esuberi, Uilm riferisce un’indiscrezione del sito economico Startmag, secondo il quale nel polo brianzolo ci sarebbero "2mila posti in eccesso".
"Non sappiamo se sia vero – aggiunge l’Unione – ma emerge un quadro di enorme gravità. Stiamo parlando di una società quotata e certe notizie sono molto sensibili per l’andamento azionario. Eppure nessuno ha confermato o smentito".