Barlassina (Monza e Brianza) – Non vuole fare annunci sui social, non vuole dibattiti urlati. Ha scelto di confrontarsi con i cittadini a quattr’occhi, al ristorante. Il sindaco di Barlassina, poco meno di 7mila abitanti in Brianza, si chiama Paolo Vintani e a partire da gennaio inviterà ogni mese a cena uno dei residenti per raccogliere proposte, spiegare quanto sta facendo. Il conto, naturalmente, sarà a suo carico.
Sindaco, la scelta nell’epoca degli smartphone e dei social network è decisamente controcorrente.
“Non voglio negare l’utilità di quegli strumenti, ma i social sono diventati il regno dei leoni da tastiera, quelli che gridano, sanno tutto loro, insultano. Una chiacchierata in franchezza, a quattr’occhi, è più utile”.
Come funzionerà l’iniziativa?
“Faremo un sorteggio in municipio. Nessuna distinzione di sesso, età, professione, ceto sociale. La persona individuata in modo casuale sarà contattata dagli uffici per concordare data e luogo dell’appuntamento. A tutti posso già dare una certezza: non è una trovata pubblicitaria o ricerca di visibilità. Nessuno, a parte la persona invitata, saprà quando si è svolta la cena. Non farò neanche foto da pubblicare sui social sui giornali. Rimarrà un momento riservato”.
L’idea di questa cena col cittadino com’è nata?
“Sono sempre stato portato per l’ascolto. Anche la mia professione di farmacista ha sviluppato ulteriormente questo lato del carattere. A farmi prendere questa decisione è stato il programma televisivo ‘Una giornata particolare’ di Aldo Cazzullo. Ho seguito con interesse il servizio dedicato alle Cinque Giornate di Milano, maturate in uno storico locale, il Cova. Mi ha ricordato tutti gli incontri che ho avuto con amici, al bar e al ristorante, in questi anni. Sono stati quei momenti a spingermi a candidarmi. Il sindaco, dal punto di vista etimologico, è il patrocinatore. Quello che tutela, promuove. Ai cittadini a tavola chiederò di raccontarmi i loro sogni”.
La cena mensile sostituirà gli incontri in municipio?
“No. Chi ha bisogno può continuare a venire. La buca sulla strada, la manutenzione del verde, sono temi da portare all’attenzione degli uffici. A tavola cercherò di capire il desiderio dei cittadini per farmi poi portavoce nei giusti momenti istituzionali”.
In paese non si parla d’altro. Sorpreso?
“Non più di tanto. I cittadini hanno l’esigenza di essere ascoltati. Poi l’eco di questa iniziativa è stato notevole, c’è chi si è già proposto per la cena, ma si tratterà di un sorteggio per andare a dialogare anche con chi in municipio non si presenterebbe mai”.
E lei che aspettative ha?
“Elevate. Ho deciso di chiamare questa iniziativa ‘La cena analoga’, perché è qualcosa di analogo a una cena anche se è molto di più. Prima di alzarci da tavola regalerò all’ospite una copia del romanzo ‘Il Monte Analogo’ di René Daumal. Ci insegna che, una volta iniziato il percorso, non bisogna più guardare la vetta bensì i sassolini lungo il sentiero. Solo così si comprenderà il significato del cammino. Ecco, non è solo una cena offerta a un cittadino: sarò io a ricevere tanti insegnamenti per fare meglio il sindaco”.