Non entra nei camerini dei negozi di abbigliamento per indossare vestiti e scattare selfie da pubblicare. Ma Alberto Rossi, sindaco di Seregno, è comunque un influencer. Nessuno dei suoi colleghi in Brianza riesce a coinvolgere un numero così elevato di cittadini attraverso i social network. Al momento Rossi conta su Facebook 16.128 follower. Pochi? Tanti? Chiedetelo al vostro sindaco se è in grado di generare questi stessi numeri, così vi fate un’idea. Noi, per curiosità, siamo andati a guardare le pagine Facebook ufficiali di altri sindaci che amministrano le maggiori realtà brianzole.
Paolo Pilotto, primo cittadino di Monza, è seguito su Facebook da 3.178 persone. Si può obiettare che il suo incarico da sindaco è iniziato dopo rispetto a quello di Rossi, che è già al secondo mandato. Sul piatto della bilancia, tuttavia, bisogna mettere anche il numero dei residenti: Monza ne conta 120mila, Seregno 45mila. Un po’ meglio di Pilotto, quanto a seguaci su Facebook, va Simone Gargiulo: è il sindaco di Desio e la sua pagina ufficiale può contare su 3.350 follower. La popolazione, nel suo caso, è quasi pari a quella seregnese. Laura Borella è sindaca di Lissone, che con i suoi 47mila abitanti è la seconda città della provincia: lei ha 1.801 follower, anche se non si dedica molto all’attività social. Gianpiero Bocca, sindaco di Cesano Maderno, ha invece 655 follower. Lui è un po’ “allergico“ ai social network, per l’uso sconsiderato che ne fanno molti utenti. Crede però nel valore della comunicazione: ha un ufficio stampa e tiene molto al rapporto personale coi cittadini.
Alla comunicazione, naturalmente, crede molto anche Rossi. Accanto a quella istituzionale ha deciso di affiancarne una sua personale su Facebook. Ai cittadini dice tutto: dai blackout dell’energia elettrica agli interventi che si stanno facendo sul territorio, all’attenzione dedicata ai singoli quartieri. Fin da subito, del resto, aveva dichiarato che il suo obiettivo come sindaco, al di là di tanti progetti necessari, era quello di creare un senso di comunità.
“È uno strumento che mi è utile nel rapporto con la comunità – spiega Rossi –. Facebook e Instagram mi permettono di avere uno scambio con diverse persone: idee, suggerimenti. Tengono informati su ciò che si fa, ma anche sulle fatiche. Dico anche cosa non funziona. È un rapporto diretto, trasparente. L’importante è non commettere un errore madornale: Facebook aiuta, ma ciò che conta è il confronto con la vita vera. Se tutto fosse delegato solo ai social network, sarebbe sterile e inutile”.