
Anna Martinetti, preside, politica e attivista contro le ludopatie
Monza, 20 agosto 2020 - Tutto sbagliato, tutto da rifare. Giochi, il Consiglio di Stato annulla i limiti orari di Monza. “Provvedimento troppo restrittivo, l’Intesa Stato-enti locali va rispettata”. Lo annuncia l’AgiPro (Agenzia di stampa Giochi e Scommesse): "L’accordo trovato in Conferenza Unificata sul riordino dei giochi non può essere ignorato dalle Amministrazioni locali, anche se l’intesa non è mai stata resa operativa da un decreto ministeriale". Il Consiglio di Stato con questa motivazione ha deciso di accogliere il ricorso straordinario presentato dalla Adda Gestioni S.p.A - rappresentata dall’avvocato Cino Benelli - e di annullare l’ordinanza sindacale del Comune di Monza, che prevede lo stop di sale e apparecchi da gioco dalle 23 alle 14.
L’intesa a cui si riferisce la sentenza, adottata da Stato ed enti locali a settembre 2017, stabiliva che le caratteristiche dei punti di gioco e i criteri per la loro distribuzione fossero stabiliti dalla Conferenza Unificata. Sull’aspetto temporale, ricorda il Collegio della Prima sezione, era prevista la possibilità di interrompere "per sole 6 ore complessive al giorno l’uso degli apparecchi da gioco lecito" e tale distribuzione "deve essere stabilita di intesa con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli". Nel caso di Monza, quindi, la norma sui limiti orari risulta "particolarmente restrittiva" e "contrasta con l’espressa previsione dell’Intesa". Il provvedimento, inoltre, è stato adottato senza "una approfondita istruttoria" che giustifichi "sul piano della adeguatezza e della proporzionalità" l’adozione dei limiti: l’ordinanza è stata dunque annullata.
Una doccia gelata per Monza. "Quando mi sono svegliata, sono stata raggiunta immediatamente da questa notizia. È davvero un peccato, ma c’era da aspettarselo". A commentare così, la “pasionaria” a cui si deve soprattutto il Regolamento rivoluzionario con cui il Comune di Monza nel 2018 aveva provato ad arginare il fenomeno delle ludopatie: Anna Maria Martinetti. Preside, qualche anno fa aveva messo in piedi una associazione che proprio contro il fenomeno delle ludopatie aveva speso molte energie, organizzando mostre, studi, convegni. Entrata in maggioranza alle ultime elezioni amministrative, era riuscita a convincere anche il sindaco Dario Allevi. Ne era uscito un Regolamento che sembrava aver davvero posto un freno al gioco d’azzardo in città. Il numero di slot e Vlt (le Videolottery) era drasticamente diminuito (-25%), il volume di soldi spesi alle macchinette era sceso vertiginosamente, “di circa tre milioni di euro” nota con orgoglio la Martinetti. Anche se parecchi giocatori incalliti si erano spostati nei Comuni limitrofi dove non c’erano le stesse restrizioni di Monza. "Ma anche qui qualcosa stava cambiando - nota la Martinetti -: alcuni Comuni stavano seguendo il nostro esempio e si stava lavorando con la Provincia perché un regolamento come il nostro fosse adottato in tutta la Brianza".
Le sale in città, dal luglio del 2018, devono stare chiuse 15 ore al giorno. Troppe? "Secondo i gestori dei locali evidentemente sì - spiega la Mart inetti - e facendo leva su questo hanno presentato l’ennesimo ricorso. Ne eravamo riusciti a respingere già tre o quattro, ma evidentemente stavolta qualcosa è cambiato". Cosa? "Temo che il lockdown e la crisi economica abbiano fatto da grimaldello. I gestori – che per mesi non avevano potuto guadagnare – compreso lo Stato, che non aveva potuto incassare la propria percentuale sulle giocate, credo abbiano avuto modo di fare ascoltare le proprie istanze. E quindi si è arrivati a questa sentenza, le cui motivazioni a tratti a mio modo di vedere non stanno in piedi".
Cioè? "Si dice che le motivazioni che avevano corredato la decisione del nostro Regolamento e dell’ordinanza sugli orari non erano giustificate. Il problema, insomma, non era poi così grave. Ma tutto questo è inaccettabile. Il problema della ludopatia è gravissimo e se i dati ora sono scesi lo si deve anche al lockdown e a strumenti come il nostro regolamento. Nostro compito è prevenire, certo non potevamo credere di risolvere un problema che rovina intere famiglie e porta a episodi di criminalità per sostenere i costi di un gioco fuori controllo". E adesso? "Non tutto è perduto. Mi auguro che riusciremo a opporci a questa decisione, altrimenti comunque resta intatto il nostro regolamento, anche se gli orari di stop diminuiscono. Noi dicevamo che non ai poteva tenere aperto al mattino, negli orari di ingresso e uscita degli studenti da scuola, e quando giocano soprattutto gli anziani. Bene, se da 15 ore dovremo scendere a 6, resta il fatto che decideremo noi quali saranno".