ROSSANA BRAMBILLA e DARIO CRIPPA
Cronaca

Nonna slot e gli altri forzati del gioco

Viaggio nelle sale slot e nei bar dove ci si gioca il futuro

Giocatori davanti alle slot

Monza, 2 giugno 2016 - ESCE dal portone del suo condominio in ciabatte ogni mattina, che ci sia il sole o la pioggia. Attraversa la strada a passo spedito, spesso senza salutare, gli anni sulle spalle non sono pochi. Entra al bar, un’occhiata ai numeri estratti sul giornale ma senza smettere di controllare che la slot machine si liberi. Il turno davanti al video solitamente arriva dopo una breve attesa. Alle 7 i lavoratori non si fermano molto al bar. La signora inizia a inserire monetine sempre attorno alle 7.30. Il tintinnare dei soldi e il rumore delle dita sui tasti continuano per almeno un’ora. Riprende poi nel tardo pomeriggio. È una pensionata che spende ogni mese gran parte dei suoi soldi al bar quella che si presenta ogni giorno in pantofole in un caffè della città. Spesso la si nota attendere l’orario di apertura davanti alla saracinesca, accaldata d’estate o avvolta in uno spesso giaccone d’inverno. Questa è solo una delle tante storie che riempiono il mondo dei giocatori incalliti. Uomini e donne che non riescono a smettere di fissare un video, sperando nella buona sorte, dimenticandosi per qualche attimo del mondo che li circonda, dei problemi e spesso anche dei debiti. Gli esperti la chiamano “ludopatia”, o Gap, Gioco d’Azzardo Patologico. I segnali li si notano però stando seduti ai lati di questo mondo. Ci abbiamo provato, trascorrendo la giornata a spasso per slot.

Al mattino è il regno soprattutto delle pensionate. Le scene sono tristi e surreali. Come la nonna con nipotina al seguito che vediamo avvicinarsi a un bar di periferia. La bambina avrà appena 4 anni, ma sgambetta fiduciosa alle sue spalle, le mano intrecciata in quella della nonna. Un sorriso, una parola gentile. E poi le monetine che cominciano a infilarsi nella macchinetta. La nonna all’inizio sembra voler giocare con la nipotina. "Vuoi infilarla tu questa monetina?". Poi a poco a poco i suoi occhi si trasformano, vuoti, cattivi. La slot oggi "è cattiva", dice lei. E allora la mano della bambina si deve allungare, la nonna tira quasi con rabbia i suoi braccini e dice, quasi digrignando i denti: "Forza, tocca qui! Metti la mano sulla mela, mettila sulla fragolina, mettila, mettila... vedrai che stavolta mi porti fortuna!". Il rituale prosegue per mezz’ora buona, la bambina all’inizio sembra divertirsi, poi si annoia. La nonna non la guarda più, qualche volta i baristi sono costretti a pensarci loro. Una volta la piccola era uscita da sola dal bar - apriti cielo! - che spavento prima di ritrovarla... 

Nel pomeriggio ci soffermiamo su altri giocatori. Stavolta tocca a un uomo sulla cinquantina, niente bambini al seguito, solo un cucciolo dal pelo lungo e marrone. Prima di entrare lega il guinzaglio a un tavolino, poi si dirige verso il cambiamonete. Durante i primi minuti della partita riesce a staccare per qualche attimo lo sguardo dal video per controllare il cagnolino. Poi, affascinato da colori e immagini rotanti, se ne dimentica. Il cucciolo dovrà attendere una ventina di minuti prima di vederlo tornare con sguardo desolato. Dopo una manciata di minuti arriva un gruppo di tre giovani: ecco i primi ragazzi! Hanno poco meno di trent’anni, scarpe alla moda e occhiali da sole. Cambiano le banconote in monete e iniziano la loro partita. Due di loro si appoggiano ai lati della slot, l’altro inizia a pigiare sui bottoni, come suonasse un pianoforte. La melodia che compone dura tre quarti d’ora. A fine partita il portafoglio dei tre si svuota di carta e si riempie di tintinnii. I sorrisi si allargano sui loro volti, questa volta è andata bene. Sera: in un altro angolo di Monza, sedute su alti sgabelli, ci sono due donne. Jeans, t-shirt e borsa griffata in equilibrio sull’avambraccio. In mano stringono un contenitore con le monetine vinte pochi attimi prima. E perse di nuovo poco dopo. "Tanto a casa stasera non c’è nessuno ad aspettarmi, chissà dove sarà andato quel farabutto..." sorride amara una di loro.