Monza – "Ho imparato a essere una brava rifugiata dagli ucraini del Donbass nel 2014", racconta Yuliia Semyriad, conosciuta come Yulia Mattu. È una scrittrice e giornalista ucraina di Kiev, arrivata in Brianza il 9 marzo 2022. Ha lavorato nel Ministero delle politiche sociali in Ucraina per 15 anni come avvocato. Il suo stile di vita era uguale a quello di molti italiani. E come tante donne che scappano dalla guerra in Ucraina, si è ritrovata a indossare i panni di una rifugiata da un giorno all’altro.
"Ho lasciato il mio Paese con la mia famiglia e ci siamo fermati in Polonia. Sono partita con i miei due figli, mia mamma, due cani e un gatto – spiega –. Dopo sette giorni abbiamo trovato un’associazione di volontari di Reggio Emilia. Ci hanno raggiunti in Polonia e ci hanno portati qui in Brianza gratuitamente", aggiunge.
Ha avuto la fortuna di trasferirsi fin da subito in un appartamento privato con la sua famiglia e grazie alla solidarietà della padrona di casa, non ha dovuto affrontare le spese per rimanerci. Oggi vive ancora nello stesso appartamento e lei stessa lo definisce un miracolo.
"Quando è scoppiata la guerra mi sono ricordata delle storie dei rifugiati ucraini che nel 2014 scappavano dal Donbass. La situazione era la stessa", sottolinea la scrittrice. Nel 2014 lavorava in un progetto con i bambini disabili del Donbass e racconta: "Chi scappava cercava rifugio a Kiev. Alcuni di loro, ora, sono miei amici. Hanno trovato un lavoro, si sono costruiti una nuova carriera. E ho imparato da loro. Hanno ricostruito la loro vita. Non si sono fermati a piangere".
Non tutte le aree del territorio però, sono sotto attacco e tante persone sono ritornate. Alcune non sono mai partite per scelta. "A molti manca la loro casa, il loro appartamento. Noi ucraini all’estero ci teniamo informati leggendo le notizie sui social e sui giornali. In estate molti amici sono tornati in Ucraina per visitare i parenti. Io non sono pronta. Chi sceglie di rimanere o tornare, penso si abitui a vivere in guerra. Continuano la loro vita regolare nonostante questo. Qui devi migliorarti ogni giorno, parlare una lingua diversa, integrare i tuoi figli. E non per tutti è possibile. Io non sono più ritornata in Ucraina. Spesso chiamo i miei amici e i miei parenti che sono ancora lì. Tornerò, forse, quando la guerra sarà assolutamente finita".